CRESCONO gli sfratti, 2mila in un anno solo a Roma, la disoccupazione giovanile, al 36 per cento, la cassa integrazione, aumentata fra il 2010 e il 2011 del 38,5 percento. Ma a fotografare il disagio in cui versano sempre più romani, in particolare uomini e donne sole, disabili e anziani, forse meglio di ogni altro numero, è il dato sull'affluenza nella mensa di Trastevere della Comunità di Sant'Egidio: fra il 2008 e il 2011, i nuovi iscritti italiani sono aumentati del 30 per cento, contro 1'11 per cento di quelli stranieri. Solo nel 2011, i nuovi poveri che si sono affacciati alla mensa di via Dandolo sono stati 5.804 in più rispetto al 2010, 446 dei quali italiani.
A misurare «l'incremento della fragilità e della difficoltà di vivere» nell'anno forse più nero della crisi economica cominciata nel 2008, è il secondo "Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio" della Comunità di Sant'Egidio, presentato ieri dal portavoce Mario Marazziti e dal vicepresidente della Camera di Commercio romana, Lorenzo Tagliavanti. 112011 è stato un anno nero per le imprese soprattutto a Roma, dove la crisi, ha sottolineato Tagliavanti, «sta picchiando duro». La sofferenza bancaria delle aziende nel Lazio è aumentata fra il 3 1 luglio del 2010 e lo stesso mese del 2011 del 70 per cento, contro il 40 a livello italiano. Un record nazionale, a cui si accompagna la diminuzione del tasso di occupazione dello 0,3 per cento (con oltre mille posti di lavoro persi solo a Roma) e l'aumento del 38,5 per cento del ricorso alla cassa integrazione.
La crisi nel mondo del lavoro ha avuto pesanti riflessi anche sull'emergenza abitativa: il Lazio è la terza regione d'Italia per numero di sfratti, mentre Roma è la prima città, con oltre 2mila sfratti in un anno. Dietro i numeri, ha ricordato Marazziti, ci sono i volti, come quello di Maria, sfrattata per morosità a 102 anni e accolta in una casa famiglia di Sant'Egidio. Del resto, sono circa 30mila le domande di casa popolare inevase. Un problema che non accenna a risolversi, visto che "negli ultimi 4 anni il Comune ha assegnato appena 300 appartamenti". A rendere quasi insormontabili le difficoltà economiche e abitative è la solitudine, una tendenza sempre più spiccata nel Lazio: in 15 anni i nuclei familiari con un solo componente sono passati dal 26 al 32,5 per cento del totale.
A restare soli sono spesso gli anziani, a cui Sant'Egidio ha dedicato due progetti per combattere l'isolamento, creando una rete d'assistenza che ha dimostrato di poter ridurre i ricoveri in ospedale. «Bisogna anticipare i cambiamenti del tessuto urbano e sociale e predispone interventi che trasformino le potenziali emergenze in risorse» ha spiegato Marazziti, prendendo ad esempio i casi di quattro quartieri (l'Esquilino, Centocelle, Torpignattara e TorBellaMonaca), dove moltissimi abitanti sono ormai anziani o stranieri. «Anziani e stranieri sono una risorsa su cui investire, così come le donne, i giovani e la famiglia, che in questa fase è il principale ammortizzatore sociale, ma in Italia non ha aiuti».
Le misure «necessarie», secondo Marazziti, sono dunque il sostegno alla famiglia, «in particolare a chi assiste anziani a casa e a quelle donne (i133,7 percento) che a due anni dal parto non riescono a trovare lavoro», ma soprattutto «un reddito minimo di sostentamento e di inclusione sociale per evitare che dalla povertà temporanea si arrivi a quella strutturale». Fra le tante facce del disagio, conclude il rapporto, anche le difficili condizioni di vita dei disabili, dei malati psichici (400mila nel Lazio solo ne12011, conia depressione in aumento) e dei detenuti, costretti a vivere in carceri sovraffollate con sempre meno fondi destinati alle politiche lavorative e all'assistenza.