Ricordare il passato per capire chi siamo e da dove veniamo. Per prendere consapevolezza del presente, per non inciampare negli errori della storia. Senza dimenticare i nomi di chi c'era, di chi ha vissuto l'orrore, e di chi è riuscito a fame preziosa testimonianza. "Il mio nome è memoria" è la prima iniziativa con cui Livorno si prepara a celebrare la Giornata della Memoria che cade il 27 di questo mese. L'iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla Comunità ebraica - in collaborazione con la Diocesi, il Comune, la Provincia, il Cedomei e Istoreco - ricorderà i nomi di due ebrei livornesi che, durante la seconda guerra mondiale, furono deportati nei campi di concentramento nazisti: Isacco Bayona (nel primo anniversario della morte) e Frida Misul. A loro saranno dedicate due "stolpersteine": le "pietre di inciampo" che, nel 1993, furono ideate dallo scultore Gunther Demnig per ricordare le persone scomparse, ma anche quelle sopravvissute alla Shoah, e che in città trovano spazio già su alcuni marciapiedi.
Sarà proprio lo scultore tedesco che martedì pomeriggio impianterà su due strade livomesi i sampietrini rivestiti in ottone: una pietra, quella in memoria di Isacco Bayona, verrà installata in via della Posta, mentre quella su cui verrà inciso il nome di Frida Misul verrà collocata in via Chiarini. Ma la giornata di martedì si apre alle 10: 250 studenti delle scuole superiori potranno assistere ad una lezione aperta della prof. Frattarelli Fisher, dove potranno ascoltare le testimonianze di Piera Rossi, Ugo Bassano e Piera Lini. Appuntamento nel pomeriggio, alle 17,15, in piazza del Municipio per la marcia della memoria a cui è invitata tutta la città.
Il corteo, che attraverserà alcune strade del centro cittadino, farà tappa prima in via della Posta e poi in via Chiarini, per le commemorazioni. Alle 18, il corteo raggiungerà la Sinagoga, in piazza Benamozegh, per la cerimonia conclusiva dove saranno accese le luci del candelabro Channukkah, in memoria dei sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah. «L'enorme partecipazione dello scorso anno - spiega Saba - tino Caso (Comunità di Sant'Egidio) - ha profondamente segnato la comunità livornese: ha stimolato l'incontro e la comunicazione, ci ha aiutato ad uscire di più». E l'assessore Mario Tredici aggiunge: «La memoria va sempre mantenuta. Chi vive solo sul presente non ha futuro. La disseminazione di pietre sarà una grande suggestione».
Rosanna Harper