| 30 Marzo 2014 |
Solidarietà: Una guida della comunità di Sant'Egidio sui servizi per i bisognosi |
Più volontari per gli ultimi |
Cresce del 20% il numero delle persone disponibili ad aiutare poveri ed emarginati |
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Poveri, senza fissa dimora, persone in difficoltà per la crisi economica o per problemi personali: sono sempre di più a Padova le persone che hanno bisogno di un aiuto. Ma crescono anche le persone che questo aiuto sono disponibili a darlo.
«Negli ultimi tre anni le cene di solidarietà sono aumentate di circa il 50%, ma sono aumentanti del 20% anche i volontari» spiegano i responsabili della Comunità di Sant`Egidio padovana, Alessandra Coin, Mirco Sossai e Nicoletta Ariani. Una comunità che durante l`inverno appena terminato ha distribuito circa 440 cene a settimana che nei sei pranzi natalizi organizzati ha raccolto 840 ospiti e 295 volontari, coinvolgendo più di mille persone in «un Natale di condivisione e solidarietà cristiana».
I padovani che vogliono aiutare gli altri lo fanno per motivi diversi e da condizioni sociali diverse, anche se persone con una certa sicurezza economica e con del tempo da investire sono quelle che più spesso riescono a dare continuità al loro impegno. La grande disponibilità e voglia di aiutare è, per gli peratori della Comunità di Sant`Egidio, un segnale importante: «La vivibilità di una città si misura da come tratta i poveri - spiega Alessandra Coin - Una città più attenta è una città più sicura, per tutti. Migliorare le condizioni di vita di queste persone vuol dire evitare che altri vengano risucchiati dal vortice della povertà». «Quello dei volontari è un grande capitale umano, sociale, di solidarietà - sottolinea Mirco Sossai Dobbiamo difendere i poveri, non difenderci dai poveri. Definire «molesto» chi chiede l`elemosina vuol dire fare di lui un capro espiatorio. Padova ha però un altro volto, persone pronte per raccogliere le sfide dell`inclusione e dell`accoglienza». Sant`Egidio ha realizzato anche una guida, «Padova Dove», in cui sono indicati i luoghi dove mangiare, dormire, lavarsi, ma anche curarsi e cercare di ottenere assistenza legale per i senza fissa dimora. Una guida, stampata in mille copie in questa prima edizione, che però non serve solo alle persone in condizione di marginalità: «La guida vuole anche mettere in rete le realtà che lavorano in questo settore ricorda Sossai - Sarà distribuita nelle uscite per strada, ma anche alle associazioni che ne faranno richiesta. Vogliamo che sia uno strumento in evoluzione e puntiamo a farne una seconda edizione per Natale».
Massimo Zilio
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