ROMA. «Vi affido alla preghiera. La preghiera per i poveri e per la pace. Che il Signore vi benedica ... Pregate per me, perché voi sapete che il mio lavoro è un lavoro "insalubre", e ho bisogno degli "straordinari in preghiera"! Grazie tanto, grazie!».
Con queste parole pronunciate a braccio Papa Francesco ha concluso, domenica sera, la visita al cuore trasteverino della Comunità di Sant'Egidio. Una visita cominciata con una buona mezz'ora di saluti alle migliaia di fedeli festosamente accalcati nella storica piazza di Santa Maria in Trastevere nonostante il clima meteorologico particolarmente inclemente. Il Papa è entrato nell'antica Basilica romana accompagnato dal fondatore Andrea Riccardi, dal presidente Marco Impagliazzo e dal parroco, monsignor Marco Gnavi. Dopo aver salutato anche qui molti dei presenti - sulla soglia c'era una delegazione della Comunità ebraica romana guidata dal presidente Riccardo Pacifici, che lo ha invitato a visitareil Tempio Maggiore - il Papa ha reso un omaggio silenzioso all'antichissima icona della Madonna della Clemenza e quindi ha ascoltato le testimonianze offerte da Riccardi e da alcuni amici della Comunità.
«I poveri sono gli amici che ci hanno insegnato a vivere non per noi stessi» ha spiegato il fondatore. Aggiungendo: «Siamo la famiglia che vede, in cui si confonde chi serve e chi è servito: popolo di umili e di poveri, per dirla con il profeta Sofonia». «A Trastevere - ha poi proseguito Riccardi - è il nostro centro: luogo di preghiera ogni sera e accoglienza, casa di ospitalità per stranieri e senza fissa dimora, mensa per chi ha fame poco lontano dall'altare dell'Eucaristia, asilo e casa di incontro per la pace». «Però - ha sottolineato - il centro, che è Gesù, vive in ogni periferia, dove si legge il Vangelo e lo si vive: così le periferie divengono centro».
Hanno preso quindi la parola alcuni amici della Comunità: l'arcivescovo siroortodosso Dionisius Jean Kawak, l'anziana Irma Lombardo, la giovane Francesca Gregori, il disoccupato Daniel Cotani, la disabile Adriana Ciciliani, il rom Branislav Savic, il profugo afgano Dawood Yousefi, il responsabile di Sant'Egidio in Salvador Jaime Aguilar. Prendendo la parola papa Francesco ha manifestato il suo apprezzamento per le attività della Comunità a favore dei poveri, degli anziani e della pace. «Andate avanti su questa strada: preghiera, poveri e pace», ha incoraggiato. «E camminando così - ha aggiunto - aiutate a far crescere la compassione nel cuore della società - che è la vera rivoluzione, quella della compassione e della tenerezza - a far crescere l'amicizia al posto dei fantasmi dell'inimicizia e dell'indifferenza».
Prima di lasciare Trastevere, papa Francesco ha raggiunto a piedi la cappella di Sant'Egidio dove ha salutato i preti, i seminaristi e il consiglio di presidenza della Comunità.