change language
sei in: home - rassegna stampa newslettercontattilink

Sostieni la Comunità

  
18 Aprile 2016

La storia. Dal terrore delle bombe all'odissea in mare: il racconto della rifugiata siriana portata in Italia da Bergoglio. Oggi al vaglio dell'Ue il patto con Ankara

Le lasagne, l'acqua calda e una passeggiata: il primo giorno a Roma di Nour e della sua famiglia

 
versione stampabile

Quando ha visto il pullman bianco era l'alba, e Nour Zaheda ha capito che l'odissea era finita. Era li, parcheggiato a due passi dalla riva, alle cinque del mattino, pronto ad accogliere i disperati in arrivo dall'Egeo. Li avrebbe portati, lei, suo marito Hassan e il loro figlio Riad, due anni, al campo di raccolta di Moria: Lesbo, terra d'Europa. E pensare che poche ore prima il sogno sembrava pronto a dissolversi. Una lancia della Guardia costiera si era accodata al gommone del "passeur". Era notte, non si vedeva la bandiera, poteva essere un mezzo di Ankara, pronto a caricare i profughi a forza per riportarli sulle coste turche, lontano da quel nuovo agognato inizio. Poi le voci, qualche parola d'inglese, la certezza: il Guardacoste era greco. Era il 17 marzo.
Un mese dopo, mentre l'Europa si accinge a discutere del piano profughi concordato con la Turchia, Nour è nel giardino dell'ex ospedale San Gallicano a Trastevere, ospite della Comunità di Sant'Egidio. La giovane siriana tormenta fra le mani la borsa di peluche giallo con la forma di due canarini: «È un regalo della gente di Lesbo. Sono stati generosi, gentilissimi, hanno fatto tutto quello che potevano per noi». Poi cerca di tranquillizzare il piccolo Riad, che piange a squarciagola: una bambina più grande vuole portargli via la tavoletta di cioccolato, dono della giornalista di Radio France RTL, e lui davvero non ci sta.
Ma Nour ha pazienza da vendere, consola il bambino e sorride anche ai cronisti sgomitanti. E racconta dal principio: «Eravamo in visita dai miei genitori, a Damasco. Ci sono venuti ad avvisare, la nostra casa era stata colpita dalle bombe. Finito l'attacco, siamo andati a vedere. Era tutto distrutto. Ci era rimasto solo quello che avevamo addosso, ma eravamo vivi».
Nour è microbiologa, suo marito è agronomo, una speranza di cavarsela in Europa l'avevano: la famiglia intera si è messa in moto, con l'aiuto di parenti e amici, per raccogliere la somma che serviva per partire, loro due con Riad. «Abbiamo pagato 600 euro a persona allo scafista. Arrivare fino a Lesbo ci è costato in tutto circa cinquemila euro».
Ma la spesa era un problema da poco, rispetto alle condizioni del viaggio. Lunghi tratti a piedi, passaggi in auto, un tragitto di 15 ore chiusi dentro un camion per il trasporto del bestiame, con solo una finestrella in alto per cambiare l'aria e caldo da morire. «Lo so che l'anno scorso decine di profughi sono rimasti asfissiati nel cassone di un camion frigo. Ma non è stato il camion l'esperienza più terribile. È stato Daesh».
Gli uomini del sedicente Stato Islamico controllavano la zona che la famiglia doveva attraversare per lasciare Damasco. «Quelli non sono musulmani, non sono nemmeno umani. Sorvegliavano che le donne fossero vestite in modo conforme alla loro visione dell'Islam. E hanno duramente ripreso mio marito, perché io avevo messo la giacca impermeabile sopra il velo, invece che sotto». Il burqa imposto in quelle zone, racconta Nour scuotendo i riccioli liberi sulle spalle, è privo persino della feritoia per gli occhi dei burqa yemeniti, o della reticella comune in Afghanistan. «Non vedevo nulla, non potevo camminare. Ma dovevo obbedire, so che hanno ucciso diverse persone: chi perché non obbediva a un ordine, chi solo perché fumava».
A soffrire più di tutti era il piccolo Riad, che piangeva di continuo. «Gli dicevo: stai tranquillo, andrà tutto bene. Ma lui voleva stare solo in braccio al papà». Anche Hassan aveva paura: era sfuggito al servizio militare per Assad, non voleva certo essere costretto a prendere le armi con gli altri, «perché uccidere è proibito dalla legge di Dio», spiega Nour.
Sulla costa di Smirne, otto ore di attesa, passate con il divieto di accendere cellulari o sigarette per non attirare attenzioni sgradite. «Avevamo paura, ma non del mare: del Guardacoste turco». Poi, il motore che si ferma in mezzo all'Egeo, il gommone che va alla deriva per un'ora e mezza. La bandiera bianca e blu: quella della terra promessa. Le tende, prima comode, poi condivise con altre famiglie, nel freddo, senza luce. E alla fine, la sorpresa, la partenza con appena poche ore di preavviso, sull'aereo del Papa. Adesso, Roma. «Abbiamo l'acqua calda, ci mancava davvero, abbiamo assaggiato la lasagna, che a Riad è piaciuta molto. Stanotte abbiamo dormito tranquilli, noi tre assieme. Siamo riusciti anche a dare un'occhiata alla città. Dobbiamo ringraziare papa Francesco, che ha cambiato la nostra vita».


 LEGGI ANCHE
• NEWS
1 Febbraio 2018
IRAQ

Iraq: preoccupazione di Sant'Egidio per il ricorso alla pena di morte

IT | ES | DE | FR
23 Gennaio 2018
PERU

La Comunità di Sant'Egidio di Lima agli incontri con papa Francesco in Perù

IT | ES | DE | FR | PT
19 Gennaio 2018
TORINO, ITALIA

Le periferie svuotate. Primo allarme di Francesco. Il commento di Andrea Riccardi sul Corriere della Sera

15 Gennaio 2018

Papa Francesco traccia la differenza tra immigrazione e invasione: il commento di Andrea Riccardi sul Corriere della Sera

13 Gennaio 2018

La Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato incoraggi l'Europa a promuovere e integrare - Seguire il modello dei corridoi umanitari

IT | ES | DE | FR | PT | CA | NL
13 Gennaio 2018

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati: il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018

tutte le news
• STAMPA
13 Marzo 2018
RP ONLINE

Flucht, Abi, Studium

25 Febbraio 2018
kathpress

Kardinal Marx fordert mehr Engagement für Einheit der Menschen

25 Febbraio 2018

„Gräben zuschütten, Spaltungen überwinden“

25 Febbraio 2018
Domradio.de

"Gräben zuschütten"

24 Febbraio 2018
Domradio.de

Im Dienst der karitativen Arbeit

22 Febbraio 2018
Br-Online

Interview mit Sant'Egidio Mitgründer Andrea Riccardi

tutta la rassegna stampa
• NO PENA DI MORTE
4 Ottobre 2015
STATI UNITI

Il Governatore del Missouri commuta la condanna di Kimber Edwards

24 Settembre 2015
STATI UNITI

Papa Francesco al Congresso Usa: “Abolite la pena di morte. La vita è sacra!"

25 Marzo 2015
GIAPPONE

Messaggio a 1 anno dalla liberazione di Iwao Hakamada

vai a no pena di morte
• DOCUMENTI

L'omelia di Mons. Marco Gnavi alla preghiera Morire di Speranza, in memoria dei profughi morti nei viaggi verso l'Europa

Appello al Parlamento ungherese sui profughi e i minori richiedenti asilo

Intervista a Papa Francesco in occasione del viaggio apostolico in Svezia

SCHEDA: Cosa sono i corridoi umanitari

Dove Napoli 2015

tutti i documenti
• LIBRI

Uno sguardo su Cuba. L'inizio del dialogo





Francesco Mondadori
tutti i libri

FOTO

222 visite

221 visite
tutta i media correlati