| 18 Marzo 2017 |
Città e Mediterraneo, futuro all'insegna dell'integrazione |
A "Medi" l'incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant'Egidio |
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Livorno. A 100 anni dagli accordi Sykes-Picot, che di fatto disegnarono il Medio Oriente come lo abbiamo conosciuto finora, il mondo è profondamente cambiato. Se ne è parlato a "Medi", l'incontro internazionale promosso a Livorno dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con il Comune, la Fondazione Livorno, la Fondazione Goldoni e il patrocinio della Regione Toscana. Giunto alla quarta tappa, "Medi" ha preso in esame i rapporti tra Oriente ed Occidente, il ruolo dell'istruzione e della scuola nella costruzione di una città per tutti, infine il tema dell'accoglienza dei profughi nel Mediterraneo e il rapporto tra le civiltà e i fenomeni migratori.
Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio, ha fatto il punto sulle sfide destinate a modificare l'ordine globale. Con l'accordo Sykes-Picot dalle spoglie della periferia ottomana nacque il Medio Oriente.Venne esclusa la Turchia. Il governo Erdogan ha fatto occupare una parte della Siria, segno attuale della volontà della Turchia di essere presente. Si deve registrare la difficoltà nel ritessere la geometria dei vincitori della prima guerra mondiale, in una terra di grande complessità.
Giovanni Salvi, procuratore generale della Repubblica della Corte d'Appello di Roma, ha portato ad esempio l'accoglienza così come è stata vissuta e proposta dalla città di Catania: salvataggi in mare contrastando le politiche della paura. «Non bastano le narrazioni -ha osservato Salvi- ma serve una politica chiara e coraggiosa». Le città devono uscire dall'irrilevanza anche con la memoria storica e, come accadrà oggi pomeriggio nel Teatro della Goldonetta, con un omaggio a una "sorella" del Mediterraneo, Tunisi, attraverso un progetto di sostegno alla scuola media di Oued Ellil, alla periferia della capitale tunisina.
Sant'Egidio promuove e coordina l`iniziativa, in collaborazione con l'associazione Tunisia Africa Forward e il contributo dei Comitati di Amicizia "Medi".
MICHELE BRANCALE
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