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6 Ottobre 2009

Napoli e la Cina: un ponte tra Occidente e Oriente

Il convegno

 
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DA NAPOLI: Lo «Spirito di Assisi» soffia su Napoli che dopo il Meeting delle religioni e dei popoli nell’ottobre 2007 continua ad essere «centro attivo di dialogo interreligioso e interculturale» come ha sottolineato ieri nel Museo diocesano «Donnaregina» il cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe – presenti l’ambasciatore della Repubblica popolare cinese Sun Yuxi, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il rettore de L’Orientale Lida Viganoni – aprendo la tre giorni «Un ponte tra Oriente ed Occidente: Napoli e la Cina», organizzata dall’arcidiocesi con l’istituto «L’Orientale» e la Comunità di Sant’Egidio. «Un ponte – ha ribadito Sepe – per porre a confronto culture diverse, tradizioni diverse, religioni diverse» e «proiettare Napoli e la sua Chiesa in un’ottica internazionale».

Le quattro sessioni del convegno spazieranno tra i diversi aspetti di un rapporto antico e nuovo, approfonditi da docenti ed esperti delle università italiane e cinesi. Un convegno dal significativo valore, spiega Sepe, «in un momento in cui il mondo sembra essere lacerato da nuove divisioni, da una latente e pericolosa xenofobia, da individualismi di parte che rischiano di arrestare il cammino della storia verso l’unità dei popoli». È però anche l’occasione per riscoprire radici profonde. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio di saluto inviato all’arcivescovo: «Napoli, per i suoi storici legami con la Cina e per la sua invidiabile posizione al centro del Mediterraneo può porsi oggi come ieri già si pose, quale ponte ideale fra Occidente ed Oriente». Proprio l’incontro tra cristianesimo e Oriente già mille anni fa – continua il capo dello Stato –«seppe offrirci testimonianza di un dialogo proficuo, senza timori o differenze, tra Cina e Occidente. Quei medesimi principi di apertura alla reciproca conoscenza e di disponibilità al dialogo debbono continuare ad ispirare oggi i nostri rapporti con la Cina, partner strategico del nostro Paese, con il quale nel 2010 celebreremo il 40° anniversario delle relazioni diplomatiche».

Il ponte da Napoli è stato lanciato nel XVIII secolo dal sacerdote campano padre Matteo Ripa, che ritornato dopo tredici anni dalla Cina, istituì il Collegio dei cinesi, nucleo originario dell’odierno Istituto «L’Orientale», il più antico in Europa per gli studi di orientalistica e di sinologia. E oggi inizierà il restauro del complesso della Sacra Famiglia fondato da padre Ripa, che diventerà un centro socio-culturale per l’accoglienza dei cinesi a Napoli. Matteo Ripa credette fermamente nella possibilità concreta del dialogo tra culture e religioni differenti, il suo progetto di inculturazione – ha aggiunto Sepe – insegna a noi, uomini del terzo millennio che le idee sane non conoscono frontiere. Se in tempi lontani e diversi dal nostro, Ripa seppe gettare un ponte tra Napoli e la Cina, oggi in un mondo globalizzato, che annulla le distanze ma non avvicina i popoli, è doveroso continuare a costruire il ponte del dialogo».

La Chiesa cattolica, ha d’altronde rimarcato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, nella sua relazione sul tema «Un nuovo umanesimo per Oriente e Occidente», «sente decisivo l’incontro tra i popoli e le culture, perché essa stessa è una comunità di popoli differenti d’Occidente e d’Oriente. Vive per sua natura un’immensa simpatia per i popoli e le civiltà. Siamo convinti che dobbiamo trovare insieme la luce sui passi del futuro a partire da una collaborazione tra la cultura dei nostri Paesi.

L’umanesimo – ha aggiunto Riccardi – nasce da questo lavoro paziente di incontro, di dialogo, di ricerca. Offre parole, comprensioni, lessico, ad una società in cui ci si incontra con grande frequenza, si vive vicino, si lavora insieme, pur restando diversi anche se ci si avvicina. L’umanesimo della cultura aiuta a far nascere quella civiltà del convivere, che non è una vittoria dell’una o dell’altra civiltà, ma lo stare insieme nella differenza».

Da ieri l’incontro promosso da arcidiocesi, Comunità di Sant’Egidio e «L’Orientale».


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