Mercoledì 14 ottobre la chiesa valdese di Corato (Ba) ha condiviso un incontro ecumenico con la comunità di Sant'Egidio presente nella stessa cittadina. Ospitati nella Chiesa matrice, sita nel principale c.so Duomo, fratelli e sorelle delle due comunità hanno attivato l'arte e la disciplina della condivisione. Da tempo questa felice accoppiata impegna la chiesa valdese ín relazione con una pluralità di gruppi di spiritualità e di attività ecumeniche presenti nella diocesi Trani-Barletta-Corato.
Buoni risultati si sono avuti allorquando, nel corso delle precedenti settimane di preghiera per l'unità dei cristiani, è stato detto di moltiplicare le occasioni di incontro che andassero oltre la settimana del 18-25 gennaio.
L'incontro con la comunità di Sant'Egidio, come quello ín programma mercoledì 21 ottobre con gruppi coratini del Rinnovamento dello Spirito sulla salvaguardia del creato e riflessioni sulla enciclica Laudato si' di papa Francesco, si colloca all'interno di un costante impegno e testimonianza ecumeniche.
Alla presenza di un gruppo di immigrati africani, ospitati in una struttura messa a disposizione dal Comune di Corato, la giornata è stata dedicata alla memoria di quanti non sono riusciti a raggiungere l'Europa che inizia a Lampedusa, sommersi nelle acque del Mediterraneo, deceduti ai confini, ín terra ferma ma inospitale, di alcuni paesi europei dove si innalzano muri e muraglie di filo spinato.
Toccante è stata la lettura da parte del responsabile della Caritas coratina dei nomi di uomini, donne, bambini, giovani e anziani migranti da situazioni di guerra, fame, dittature, morti e scippati della visione di un futuro migliore.
Canto e preghiere hanno intervallato una meditazione biblica e l'esposizione di quanto la Federazione delle chiese evangeliche in Italia e la Comunità di Sant'Egidio pongono in essere nell'ambito del progetto «Mediterranean Hope», per creare un corridoio umanitario con il Marocco che ponga fine alle tragedie di cui giornalmente siamo informati e che trasformano il mare Mediterraneo da Nostrum a Monstrurn, abissale tomba.
Sentita è stata l'azione simbolica di candele accese e depositate dai singoli partecipanti dinnanzi a una icona che rimandava tutti e tutte al Signore, alla sua Parola: ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui forestiero e mi accoglieste.
Francesco Carri
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