Lo Stato centrafricano del Burundi ha abolito la condanna a morte adottando una nuova Legge penale, approvata sabato scorso dal Parlamento di Bujumbura, con 90 voti a favore, nessuno contrario e io astensioni. "Un passo storico", ha commentato il presidente del Parlamento burundese, Pie Ntavyohamyuma. Il nuovo Codice, che consta di 620 articoli, trasforma la pena capitale in carcere a vita, proibisce la tortura, definisce il reato di violenza sessuale - che non era chiaramente specificato nel vecchio Codice - punito ora con una pena fino a 20 anni, ed introduce i nuovi reati di genocidio e crimini contro l'umanità e di guerra. Congratulazioni particolari giungono dalla Comunità di Sant'Egidio, che da diversi anni organizza incontri con i ministri della Giustizia africani, l'ultimo nel settembre scorso a Roma, allo scopo di promuovere una cultura della vita e percorsi di riconciliazione e di convivenza pacifica, anche in Paesi come il Burundi che hanno subìto l'esperienza terribile del genocidio e che hanno deciso di rinunciare alla pena di morte come strumento di giustizia. "Un segno positivo e di speranza" — sottolinea la Comunità di Sant'Egidio - per tutta la regione dei Grandi Laghi, purtroppo in questi tempi "scossa da un nuovo conflitto".
(R.G.)
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