| 31 Julai 2011 |
La Comunità di Sant'Egidio impegnata per la GMG |
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I giovani di tutti i continenti sono mobilitati per la Giornata mondiale della gioventù che si svolgerà a Madrid dal 16 al 21 agosto: oltre alle diocesi partecipano all’evento gruppi, associazioni, comunità e movimenti cattolici. Giorgia Innocenti ne ha parlato con Stella Cervogni, della Comunità di Sant’Egidio:
R. – A Madrid saremo in tanti della Comunità: una delegazione internazionale, composta da giovani italiani, francesi, spagnoli naturalmente, belgi, ma anche alcune delegazioni di nostre comunità dall’Africa e dall’America Latina. Avremo una chiesa dove ci sarà la preghiera della Comunità; sarà animata l’adorazione e poi faremo incontri su quei temi che sono un po’ più cari a noi della Comunità, come l’incontro con i poveri, come vivere il Vangelo e l’amicizia con chi è più povero …
D. – Il Papa ci ha invitati ad essere radicati, fondati in Cristo e saldi nella fede. Come riesce a vivere da testimone il Vangelo?
R. – Io penso che questo messaggio sia importante, perché credo che ci sia la tentazione nella vita di tutti i giorni a vivere una sorta di vita parallela, una vita in cui a volte ci si dimentica di essere cristiani, ci si dimentica che la fede non è qualcosa di privato, di chiuso da vivere di nascosto, ma da vivere tutti i giorni e da testimoniare. Io credo che ci sia una bellezza dell’essere cristiani che si testimonia con la gioia, con la simpatia, con la generosità, con la solidarietà e questi sono tutti atteggiamenti che vanno vissuti e testimoniati agli altri nella vita di tutti i giorni: all’università, per quanto mi riguarda, ma poi anche nel mondo del lavoro. E quindi, penso che in questo senso questo sia possibile viverlo solo se si è veramente “radicati”, come dice il Papa, se si hanno radici profonde nella Chiesa e nel Vangelo. Allora penso che, ad esempio, la preghiera della sera che la nostra comunità fa tutte le sere sia un aiuto per questo “essere radicati nel Vangelo”.
D. – La cultura attuale tende ad escludere Dio, a considerare la fede un fatto più privato, senza una rilevanza sociale. Che cosa ne pensi?
R. – Io, invece, penso che sia esattamente il contrario. Io credo che se tutti vivessimo la fede con più profondità e con più serietà, questo mondo sarebbe più bello e più umano per tutti. Io credo che più ci si allontana da Dio e più il mondo diventa disumano, vengono allontanati gli altri, si diventa disumani … Io credo che invece la nostra fede debba essere sempre di più qualcosa che coinvolga le nostre società e che, in qualche modo, influenzi le nostre società. Infatti, vivere “radicati nel Vangelo” aiuta ad essere più umani e a costruire una società anche più giusta, da un punto di vista di giustizia umana. (gf)
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