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6 Settembre 2009

News da Cracovia: Benedetto XVI a Sant'Egidio: intensificare gli sforzi per la pace a 70 anni dall'inizio della II guerra mondiale, nella memoria della Shoa e di Wojtyla

 
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Wojtyla, torna nella sua città, nel cuore dell’Europa, a 70 anni dall’inizio della seconda guerra mondiale e 20 da quell’ “89” che, con il crollo del muro di Berlino, dissolse la cortina di ferro, mise fine ai regime dittatoriali, aprì il mondo a nuove speranze. Alcuni mesi prima - era l’agosto dell’89 - i capi religiosi erano stati proprio a Varsavia e Cracovia, nella terza tappa dello spirito di Assisi, raccolto da Sant’Egidio e diffuso lungo nuove strade nel “cantiere della pace aperto a tutti” (come diceva Wojtyla), a quelli che vi lavorano con la forza debole e tenace della fede. Finito il  mondo diviso da due blocchi, si sarebbeevidenziata la distanza tra il nord e il sud del mondo, il conflitto nella ex Jugoslavia, fino all’irruzione nello scenario internazionale del terrorismo fondamentalista e della “guerra preventiva”. Lo spirito di Assisi, da Cracovia, dove sono riuniti in questi giorni i capi religiosi del mondo, lancia il suo messaggio a “un mondo inquieto”, spiega il
cardinale Stanisalw Dzwisz, che fu segretario di Giovanni Paolo II ed ora è metropolita di Cracovia, e lo fa con una “voce corale”. Ogni ricostruzione in Europa deve ripartire dalla memoria e per questo, nell’anniversario tragico dello scoppio della seconda guerra mondiale e nel ricordo della Shoa, i leader religiosi cristiani, ebrei e musulmani, andranno nei prossimi giorni come “pellegrini nel campo di concentramento di Aushwitz Birkenau, per onorare tutte le vittime dell’orrore della
guerra, del nazismo e dal male avvenuto nei lager”.

Tornare in Polonia è farsi messaggio agli altri. “L’invito - osserva Dzwisz – è stato accolto con grande entusiasmo, perché molti leader religiosi mondiali vogliono onorare la memoria del Santo Padre Giovanni Paolo II, nella patria che l’ha generato. Il Paese in cui ci riuniamo ha conosciuto anche l’umiliazione da parte dell’ideologia comunista che per decenni ha tentato di dominare le coscienze della gente, calpestando la loro dignitá, privandoli della libertà, promettendo di costruire il paradiso in terra” quest’ideologia ha lasciato dietro di sé macerie spirituali e materiali”. Adesso si tratta di ricostruire pazientemente “la casa distrutta dei valori umani e cristiani,  così come fanno altri popoli dell’Europa centrale e orientale”. Da qui viene un altro testimone della ricostruzione, Serafim, metropolita della Chiesa ortodossa di Romania. La sua voce percorre le volte del santuario della Divia Misericordia: “La fede - dice -  non è una teoria, nasce dall’incontro con la sofferenza e con i poveri”. Il pianeta ha bisogno di operatori di pace al di là di ogni frontiera di popoli, religioni e culture, che non si impongono con la forza, ma non si lasciano vincere da quelli che Serafim chiama i demoni “della secolarizzazione, del consumo sfrenato, del desiderio di denaro”. Lo spirito di Assisi ha resistito alla guerra, all’idea che la violenza serva.


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