change language
tu es dans: home - revue de presse newslettercontactslink

Soutenez la Communauté

  
13 Février 2016

Sant'Egidio sulla Siria: un inizio, ma si fermino i raid. Intervista a Mauro Garofalo

La Comunità, promotrice dell'appello per salvare Aleppo, ha accolto con favore l'accordo

 
version imprimable

Qualsiasi piano da mettere in cantiere in Siria dovrà ragionare per macro-aree, con un occhio alla «popolazione ammassata ai confini della Turchia, Libano e Giordania» e alle zone di guerra «ancora non raggiungibili». Ma per portare aiuto, è il punto di partenza del ragionamento di Mauro Garofalo, responsabile Esteri e lavoro per la pace della Comunità di Sant'Egidio, «occorre che si fermino le ostilità, che il governo permetta di muoversi e che i ribelli facciano entrare i beni di prima necessità non urgenti, ma urgentissimi».
L'accordo raggiunto a Monaco va in questa direzione?
È un bene che ci sia la volontà di mettere fine alle ostilità, iniziando a ragionare in maniera politica sulla transizione con la priorità degli aiuti umanitari. A detta degli stessi firmatari, però, ci sono ancora molti punti interrogativi; è innanzitutto un accordo che non coinvolge gli interlocutori siriani e non prevede, ad esempio, lo stop ai bombardamenti. Difficile mandare aiuti sotto le bombe. È comunque un accordo di cui la Siria aveva bisogno da mesi.
Se il cessate il fuoco sarà realtà, da dove la cooperazione dovrebbe partire?
Dalle città assediate che sono state anche l'oggetto del contendere e uno dei motivi dell'interruzione delle trattative di Ginevra 3. Questo è certamente un punto di inizio. Dopo anni di guerra, tuttavia, non c'è un settore più in emergenza di altri; è tutta una priorità umanitaria in questi territori, dove abbiamo visto i bambini che muoiono di fame. Bisogna perciò partire dalla popolazione e questi sono gli hotspot più importanti, senza dimenticare che ci sono centri ancora non raggiungibili.
Quali le priorità?
Bisogna lavorare su vari livelli. Innanzitutto sull'enorme numero di rifugiati che vivono ammassati in Libano, Turchia e Giordania, che con grande fatica stanno sopportando un peso grandissimo, con i cui governi bisognerebbe concertare azioni di supporto. Poí c'è il popolo all'interno, cioè chi non è riuscito a scappare e vive ammassato al confine unito alle persone che sono rimaste intrappolate nelle aree di guerra.
Qui cosa manca?
Parlando con la rete di religiosi sul territorio, ci dicono che c'è un problema di forniture - acqua e luce e riscaldamento - questo è la base per sopravvivere. Manca poi il cibo, i medicinali per i pochi ospedali rimasti in piedi. Il riassetto dell'approvvigionamento delle forniture essenziali è dunque la priorità. Poi c'è un ragionamento di medio termine: far tornare a scuola i bambini dopo 4 anni, curare gli anziani di cui non ci si è preso cura, ricucire un tessuto sociale distrutto.
Quali sono le città da raggiungere con maggiore urgenza?
Aleppo, Homs, Madaia, Zabadani. In Siria, però, è più giusto pensare per aree. La situazione più grave è il fronte centro-nord, nella zona che va da Homs fino ad Aleppo. In questa terra di nessuno che si estende fino al confine con la Turchia in questo momento la vita è più dura e gli attacchi aerei non danno scampo alla popolazione. Poi c'è l'area di Hassake e la zona al confine nord est; qui la popolazione soffre molto e le piccole comunità cristiane sono vittime di difficoltà di ogni genere. Un po' più "tranquilla" la zona più a sud, dove c'è Deraa.
Come ricostruire, oltre le case, anche le comunità?
Bisogna immaginare la Siria come un Paese diviso in piccole zone in guerra tra loro, ecco perché bisogna pensare a tutelare le minoranze - i cristiani sono quasi scomparsi - bisogna pensare ad un dialogo che scavalchi la semplice questione «Assad deve andare via o deve restare». Serve ricominciare a domandarsi se sia possibile vivere insieme, come accadeva ad Aleppo. Se non è possibile farlo in Siria, allora dove è possibile? L'aiuto umanitario va affiancato al ristabilimento dell'assistenza di base... Purtroppo, per ora, siamo ancora nella fase in cui si spara e piovono bombe.


 LIRE AUSSI
• NOUVELLES
30 Janvier 2018
BANGUI, RÉPUBLIQUE CENTRAFRICAINE

Chantal, Elodie et les autres : des enfants en soins avec le programme DREAM à Bangui, capitale de la Centrafrique

IT | ES | DE | FR | CA | NL
25 Janvier 2018
ROME, ITALIE

Centrafrique. Le président Touadéra en visite à Sant’Egidio : « Merci pour le soutien au processus de paix : la nouvelle phase de désarmement commence maintenant »

IT | ES | DE | FR | PT | CA | ID
9 Janvier 2018
BANGUI, RÉPUBLIQUE CENTRAFRICAINE

Des aides humanitaires en République centrafricaine tandis que les opérations de désarmement se poursuivent

IT | ES | DE | FR | PT | CA | NL
1 Janvier 2018
ROME, ITALIE

Salutations et encouragements du pape François aux participants à la manifestation "Paix sur toutes les terres"

IT | ES | DE | FR | PT | NL | HU
1 Janvier 2018

Des pas vers la paix en Casamance : le gouvernement sénégalais libère deux prisonniers du MFDC

IT | DE | FR | PT | NL | HU
30 Décembre 2017
ROME, ITALIE

"PAIX SUR TOUTES LES TERRES" : 1er janvier, une marche pour un monde qui sache accueillir et intégrer

IT | ES | DE | FR | CA | NL
toutes les nouvelles
• PRESSE
26 Février 2018
Roma sette

Congo e Sud Sudan, Gnavi: «La liberazione ha il nome di Gesù»

23 Février 2018
Domradio.de

"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"

22 Février 2018
Famiglia Cristiana

La preghiera sia un urlo contro le guerre

21 Février 2018
Vatican Insider

Sant’Egidio si unisce alla Giornata di digiuno per Congo e Sud Sudan indetta dal Papa

21 Février 2018
SIR

Giornata preghiera e digiuno: Comunità di Sant’Egidio, adesione all’invito del Papa. Veglia nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma e in molte città italiane

7 Février 2018
Vaticannews

“Fare pace”: la diplomazia della speranza cristiana di Sant’Egidio

toute la revue de presse
• NON LA PEINE DE MORT
10 Octobre 2017

On 15th World Day Against the Death Penalty let us visit the poorest convicts in Africa

7 Octobre 2015
ÉTATS-UNIS

The World Coalition Against the Death Penalty - XIII world day against the death penalty

5 Octobre 2015
EFE

Fallece un preso japonés tras pasar 43 años en el corredor de la muerte

24 Septembre 2015

Pope Francis calls on Congress to end the death penalty. "Every life is sacred", he said

12 Mars 2015
AFP

Arabie: trois hommes dont un Saoudien exécutés pour trafic de drogue

12 Mars 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

9 Mars 2015
Reuters

Australia to restate opposition to death penalty as executions loom in Indonesia

9 Mars 2015
AFP

Le Pakistan repousse de facto l'exécution du meurtrier d'un critique de la loi sur le blasphème

9 Mars 2015
AFP

Peine de mort en Indonésie: la justice va étudier un appel des deux trafiquants australiens

28 Février 2015
ÉTATS-UNIS

13 Ways Of Looking At The Death Penalty

15 Février 2015

Archbishop Chaput applauds Penn. governor for halt to death penalty

11 Décembre 2014
MADAGASCAR

C’est désormais officiel: Madagascar vient d’abolir la peine de mort!

aller à pas de peine de mort
• DOCUMENTS

''Entente de Sant'Egidio'': Accord politique pour la paix en Republique Centrafricaine

tous les documents