Regione Marche, Italia
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Un cordiale saluto a tutti nel segno della pace vera perché fondata sull’unità ed il rispetto.
Dopo aver partecipato agli incontri di Assisi sono particolarmente lieto di essere qui oggi a Sarajevo su invito degli amici della comunità di Sant’Egidio. Porto anche il saluto di Gianmario Spacca, governatore delle Marche, regione italiana del medio Adriatico da sempre in stretta relazione con le nazioni balcaniche con le quali costituiamo la grande area della regione Adriatico-Ionica e questa è una delle ragioni per cui abbiamo voluto sostenere l’iniziativa in corso.
Un caro saluto ai partecipanti a questo panel, in modo particolare a monsignor Vincenzo Paglia che mi onoro di conoscere da molti anni e che saluto come nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
Ho piacere di iniziare il mio intervento citando la ricerca che come fondazione Fede e Scienza abbiamo finanziato e che è stata presentata in occasione dell’Incontro Mondiale della Famiglia a Milano. Lo studio dimostra che l’affermazione del titolo di questo panel è drammaticamente vera: nessuna società può sperare di avere un futuro sereno ed ordinato se non si fonda su una famiglia stabile e capace di educare. La ricerca condotta nei cinque continenti dimostra infatti che l’instabilità e la debolezza della famiglia produce instabilità e disordine in tutti i settori della vita sociale.
Non è una questione religiosa; la difesa e il sostegno della famiglia è presente in ogni cultura e quindi se ogni fede ha fondato sulla famiglia il proprio ordinamento comunitario è perché essa ha un valore naturale universalmente riconosciuto. La costituzione della Repubblica Italiana frutto della difficile mediazione fra le culture cristiana, liberale e social-comunista riconosce proprio il valore della famiglia quale fondamento naturale della società: chi afferma il contrario o è in mala fede o è contro natura o è contro la storia.
La famiglia è fondata sul matrimonio, quale unione stabile ed eterosessuale. Il matrimonio ha come radice la parola latina matrix, cioè femmina, generatrice, cioè donna e madre perché la famiglia è tale e completa quando genera la vita o la accoglie prodotta da altri.
Ma la famiglia è tale anche quando la vita accolta o generata viene accudita, educata ed ordinatamente inserita in tutti i contesti sociali. La famiglia ha infatti una funzione unica ed insostituibile di educazione della prole. La nostra ricerca infatti mette in evidenzia la necessità che la famiglia possa svolgere in modo adeguato e libero la sua funzione educatrice; questo avviene quando ha sicurezza economica, riceve assistenza se qualcuno dei suoi membri è in grave difficoltà (salute, disoccupazione, etc.), non riceve ingerenze da parte di terzi soggetti ma è inserita in modo sussidiario con tutti gli altri soggetti della vita sociale. Inoltre appare sempre più evidente che non basta avere politiche a favore della nascita ma bisogna anche che i nuovi nati siano accolti in comunità familiari stabili e capaci di educare, altrimenti avremmo sì società giovani ma non adeguatamente formate al senso di responsabilità e dell’assunzione dei doveri.
La famiglia è ordine sociale perché educa all’assunzione delle regole e al rispetto della legge attraverso il dovuto rispetto verso gli altri membri della famiglia stessa. Insegna la vera libertà e la disciplina alla democrazia grazie al dialogo sincero e forte che sviluppa al suo interno e al metodo del confronto e del discernimento attraverso il quale si giunge a soluzioni condivise. È in famiglia che si scopre il bisogno dell’unità per il raggiungimento degli scopi comuni e quindi della pace come fondamento necessario di ogni relazione umana.
La famiglia è ordine economico perché genera solidarietà fra i suoi componenti, sviluppa il concetto della contribuzione per il bene comune da cui nasce il principio della fiscalità generale, è antidoto all’individualismo. Nella famiglia non si spreca nulla dagli alimenti ai vestiti, nella famiglia si risparmia perché c’è da pensare al futuro dei figli e a garantire una serena vecchiaia per i genitori, nella famiglia si insegna il valore delle cose materiali e del lavoro; il lavoro è quello che viene svolto all’interno della famiglia per le necessità di tutti ma anche quello che la famiglia come impresa può generare in settori vitali dell’economia quali l’agricoltura, il commercio, il turismo, l’artigianato ed i servizi.
La famiglia è ordine morale perché crea la naturale abitudine al limite di se stessi e al dominio di sé che i genitori testimoniano nella paziente opera educativa e nella fedeltà coniugale contro ogni disordine e vizio sessuale; c’è rispetto per le cose e le persone altrui nella famiglia che proprio perché stabile non delinque e invece ha bisogno di futuro perché vuole una società sana per i propri figli e le proprie figlie, perché vuole la continuità in future famiglie che sappiano generare come lei stessa ha fatto.
Infine il futuro della società è garantito anche dall’equilibrio dei poteri. Chi ha la forza di opporsi alle tentazioni egemoniche dei poteri politici e militari, delle ideologie oppressive, di potentati economici e finanziari, delle omologazioni culturali che i sistemi mass-mediatici impongono? La famiglia nella sua originale autonomia appare come una piantina tenera e fragile rispetto a questi sistemi, ma con radici forti e difficilmente estirpabili. La storia insegna che le società con famiglie libere di educare e di crescere i proprio figli, non oppresse dallo stato o dai poteri forti, sono state le più durature assicurando a se stesse futuri radiosi e ricchi di espansione e progresso (l’antica Roma con i suoi 1.200 anni di storia insegna), quelle invece che hanno voluto opprimere l’individuo e la sua coscienza con sistemi statali padronali e dittatoriali e che per farlo hanno diviso e smembrato le famiglie in ogni modo hanno avuto storia breve e destini segnati dalla violenza e dalle guerre.
Per concludere. Nella nostra esperienza di governo regionale nelle Marche, come assessore regionale alla famiglia, sto vivendo proprio questa realtà e queste necessità. La famiglia è ancora la base reale di gran parte dei servizi socio assistenziali, pur in presenza di una rete di strutture e servizi pubblici molto raffinata, capillare e costosa che raggiunge anche i più piccoli centri di poche decine di abitanti. Anziani non autosufficienti, infanzia, persone con disabilità, vittime e schiavi delle dipendenze patologiche sono tutti curati e assistiti, ma con un metodo di integrazione socio sanitaria che mette la famiglia al centro degli interventi perché la famiglia, se pur difetta di competenze specifiche di tipo sanitario e tecnico scientifiche, resta comunque il centro degli affetti e della giornaliera assistenza componente essenziale e insostituibile per una cura costante ed efficace. Ho citato questa esperienza per confermare ulteriormente che la famiglia è la sola capace di assicurare una esistenza serena ai suoi componenti e proprio grazie a questo garantisce futuro e sicurezza all’intera società degli uomini. |