Memoria e pace, due parole che esprimono il cuore della Giornata cittadina per la Pace del 28 maggio a Livorno. In tanti hanno partecipato alla manifestazione promossa come ogni anno dalla Comunità di Sant'Egidio e che è divenuta un appuntamento cittadino ormai tradizionale.
La Giornata si è aperta con una marcia per le vie del centro storico. Quest’anno i rappresentanti delle diverse fedi religiose hanno unito le loro voci per esprimere il desiderio di pace che è in tutti i popoli. "Le diverse comunità religiose - ha detto Guido Servi della comunità ebraica - possono svolgere una azione comune di pacificazione del mondo (Tiqqun Olam) a partire dai valori comuni dell’uomo e della vita che il Signore ci ha dato. Guardando agli esiti catastrofici prodotti dalla cultura dell’odio e del disprezzo della vita umana, solo una tenace ricerca di contatti e di rapporti pacifici e generosi potrà modificare lo scenario di orrori di cui oggi siamo testimoni".
Karim Charrouk della comunità islamica ha poi aggiunto: "L'Islam certamente è una religione di pace, di fratellanza, di uguaglianza e di libertà come menzionato nel Sacro Corano. La pace è una cosa bella e insieme alla fede è ciò che ogni profeta e messaggero ha ricevuto ed ha insegnato al suo popolo; nessuna religione può avere un obiettivo diverso dalla pace”. “Violenza e Religione non possono stare insieme – ha detto il vescovo Simone Giusti – la fede è una forza di pace e ogni vero credente la cerca per il suo popolo, come fece mons. Oscar Romero”.
Durante la marcia, è stato anche inaugurato il “Giardino della Pace” presso la scuola “Antonio Benci”, frequentata da bambini di 16 nazionalità diverse. Il giardino è stato realizzato grazie al lavoro di genitori, insegnanti, persone diverse per età e provenienza, come gesto simbolico del bisogno che c’è di ricreare nella città spazi di incontro, convivenza e amicizia.
Anziani, profughi, bambini, nuovi europei e tanti altri, hanno poi raggiunto gli scali d’Azeglio, dove hanno ricordato le tante vittime dei bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
La Giornata si è conclusa con la festa “W la Pace”, nel popolare quartiere di Ovosodo, oggi luogo simbolo di una convivenza non scontata ma possibile.
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