Si è svolta il 5 novembre nella cattedrale di Scutari la beatificazione di 38 martiri cristiani uccisi durante il tentativo del regime di Enver Hoxha di bandire Dio dall'Albania. Diecimila i fedeli che hanno partecipato alla liturgia presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha detto: "Pur nell’inferno di una persecuzione arbitraria e ingiusta, i martiri albanesi hanno mostrato verso i nemici gli stessi sentimenti e atteggiamenti di Cristo: perdono, lealtà, fortezza, fraternità, misericordia. Essi sono i testimoni di quella nuova umanità, che semina nella storia non guerre, divisioni e uccisioni di esseri innocenti, ma pace, gioia e fraternità".
Dal 2002 al 2010 sono state raccolte le prove a sostegno della beatificazione. Sono 2 vescovi, 21 sacerdoti diocesani, 7 francescani, 3 gesuiti (compreso l'italiano Giovanni Fausti), un seminarista e 4 laici, tra cui l'aspirante suora stimmatina Maria Tuci. Il cardinale Amato ha sottolineato come i martiri abbiano perdonato i persecutori, dopo aver ricordato le sofferenze a cui furono sottoposti. Crudeli, ad esempio, le torture subite da mons. Frano Gjin, ucciso nel 1948: "Fu arrestato, accusato di propaganda anti-comunista, torturato, ridotto alla fame e alla sete fino allo sfinimento. Appeso a un albero nel cortile dell’Agenzia della Sicurezza, fu bastonato e lasciato cadere nella fogna. Fu infine giustiziato insieme ad altri 18 tra sacerdoti e laici".
Nella Cattedrale di Santo Stefano, trasformata in palazzo dello sport durante il regime, è stato don Ernest Simoni, sacerdote incarcerato e condannato ai lavori forzati durante il regime, a deporre l'urna contenente le reliquie ai piedi dell'arazzo che raffigura i martiri.
Alla liturgia ha partecipato anche una delegazione della Comunità di Sant'Egidio, che ha poi incontrato don Ernest Simoni, amico di lunga data e di cui Papa Francesco ha annunciato la nomina a cardinale per il prossimo 19 novembre. |