| 10 September 2015 |
Da Tirana appello di quattrocento leader religiosi |
La guerra non è mai santa |
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«La guerra non è mai santa, l'eliminazione e l'oppressione dell'altro in nome di Dio è sempre blasfema. L'eliminazione e l'oppressione dell'altro e della sua storia, usando il nome di Dio, è un orrore». È questo il fermo convincimento degli oltre quattrocento leader delle grandi religioni mondiali, riunitisi dal 6 all'8 settembre a Tirana su invito della comunità di Sant'Egidio, in occasione dell'incontro internazionale sul tema «La pace è sempre possibile. Religioni e culture in dialogo», organizzato in collaborazione con la Conferenza episcopale locale e la Chiesa ortodossa autocefala albanese.
In un momento in cui la comunità internazionale stenta a trovare soluzioni ai conflitti, i congressisti hanno rivolto ai governanti un richiamo all'importanza del dialogo: «La guerra - si legge nell'appello - non si vince con la guerra: è un abbaglio. La guerra sempre sfugge di mano. Non illudetevi. La guerra rende disumani interi popoli. Ripartiamo dal dialogo, che è una grande arte e una medicina insostituibile per la riconciliazione tra i popoli».
Molte le testimonianze di sofferenza per la fede, come quella del patriarca síro ortodosso di Antiochia Mar Ygnatius Aphrem II. Ma dai lavori sono giunti anche segnali positivi sul fronte della pacificazione in Libia. Tra gli intervenuti, anche il sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il sacerdote Indunil Kodithuwakku, che ha tenuto due relazioni, la prima sullo sviluppo e l'umanesimo in Asia, «una questione aperta per le religioni», e la seconda sulla necessità del dialogo.
Si è affrontato anche l'argomento rifugiati, per i quali oltre all'accoglienza è necessario e urgente lavorare per la pace, poiché solo la fine dei conflitti potrà arrestare il grande esodo. Ne è convinto Andrea Riccardi, che nella cerimonia finale ha sottolineato come i credenti debbano essere in prima fila nel ridare al mondo una speranza per il futuro. Quindi il fondatore della comunità di Sant'Egidio ha auspicato che «dalle religioni rinasca un movimento di cuori e di pace che non si rassegni alla guerra e al dolore».
Infine appare degno di nota che in un'Albania ancora interessata dalla positiva onda lunga della visita di Papa Francesco nel settembre dello scorso anno, le autorità nazionali abbiano dato un segnale forte ribattezzando «Parco della fede» il luogo in cui sorge il mausoleo a forma di piramide che doveva accogliere le spoglie del dittatore Enver Hoxha.
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