Le buone intenzione vanno «coltivate». Con i fatti. Con risorse adeguate. Segnando una svolta con un passato - soprattutto nei nefasti anni del governo Berlusconi-Tremonti - fatto di tagli, tagli, e ancora tagli. La Cooperazione internazionale «nel XXI secolo della globalizzazione» è non solo un imperativo etico di solidarietà, ma anche «un critico investimento strategico. Nelle relazioni internazionali del Paese e per la tutela e la promozione degli interessi dell`Italia nel mondo». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ha sottolineato nel suo videomessaggio al Forum della cooperazione, apertosi ieri a Milano.
Il Capo dello Stato ha sottolineato che in questo settore «occorre fare sistema» con tutti gli attori pubblici e privati che devono lavorare con «coerenza e unità di indirizzo» che spetta allo Stato dare. Ma la cooperazione va anche vista in collegamento con l`Unione Europea da cui passa la metà «degli aiuti allo sviluppo italiani» e non solo. «Il migliore e più coerente impiego delle risorse finanziarie deve essere accompagnato - ha concluso da un rinnovato sforzo propositivo e di idee nelle sedi internazionali e multilaterali, dalle Nazioni Unite alle istituzioni finanziarie internazionali».
OLTRE LE PAROLE
Il messaggio di Napolitano dà sostanza e prospettiva allo slogan della Conferenza di Milano: «Muovi l`Italia, cambia il mondo». Risorse, non solo parole. È quanto chiedono gli oltre 1600 partecipanti al Forum, espressione di quel «mondo solidale» che ha fatto vivere nelle parti più disagiate del pianeta il buon nome dell`Italia. L`apertura di Napolitano viene raccolta da Mario Monti. Ma in modo «condizionato». «La centralità della cooperazione allo sviluppo - afferma il premier nel suo intervento al Forum di Milano - dovrà, non appena le condizioni di bilancio lo renderanno possibile, essere rafforzata anche sul piano delle risorse». «La legge 49 sulla cooperazione - ha aggiunto - è uno strumento che adesso mostra l`esigenza di un aggiornamento» da attuare «non appena le condizioni di bilancio lo renderanno possibile». Quel «non appena» preoccupa i 1600 riuniti a Milano. Ognuno di loro sa cosa abbia significato, in questi anni, il taglio dei finanziamenti alla Cooperazione internazionale: progetti accantonati, campagne Onu inevase...
I soldi che l`Italia investe in questo settore sono sempre meno, per la situazione economica e non solo. Il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, lo ha riconosciuto, ricordando che altri Paesi europei non hanno fatto tagli simili. L`Italia nel 2011 ha dedicato a questo lo 0,19% del Pil: «meno dello 0,2%» ha commentato il Capo dello Stato, chiedendo apertamente che le risorse siano aumentate. Il nodo va del resto affrontato «con decisione» anche secondo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, considerato che dal 2007 le risorse per la direzione generale Cooperazione e sviluppo sono state tagliate di circa 1`80%. «L`Italia deve invertire la tendenza - ha osservato il titolare della Farnesina - e allinearsi, sia pur gradualmente, agli impegni presi con la comunità internazionale».
Ma la strada resta in salita. Riccardi da parte sua ha ammesso che nel 2015 l`Italia non raggiungerà l`obiettivo europeo dello 0,7% del Pil per la cooperazione, fermandosi probabilmente alla metà di tale obiettivo. Tuttavia, ha notato, la questione non riguarda solo i soldi, c`è qualcosa di più: il bisogno «di rimettere la cooperazione al centro del dibattito pubblico». «Cooperare - ha insistito il ministro - è essenziale in un mondo globalizzato. Un Paese che non coopera è un Paese che declina e il declino non è un destino già scritto».
A testimoniare l`interesse del Governo è anche la folta rappresentanza di ministri: oltre il premier Monti e i ministri Terzi e Riccardi, a Milano erano presenti Anna Maria Cancellieri, Francesco Profumo, Pietro Giarda e Renato Balduzzi.
A ricordare cosa significhi essere protagonisti di una solidarietà attiva, anche in termini di rischi personali, è Rossella Urru, la cooperante italiana che è stata nelle mani dei rapitori in Algeria dall`ottobre 2011 al luglio del 2012. Nel suo intervento, Rossella ha voluto ricordare chi è ancora prigioniero. «Giovanni Lo Porto - spiega - che è ancora sequestrato in Pakistan, le spagnole Monserrat e Blanca in Kenja, i lavoratori francesi dipendenti algerini in Mali». Lei però ha parlato soprattutto dell`importanza e dell`utilità della cooperazione che «è un modo per dire basta alla logica bipolare che ci vede divisi in blocchi che nascondono le persone. La cooperazione è un modo di vivere» e soprattutto «la cooperazione - ha esortato - non va lasciata sola davanti alle emergenze che sono universali».