| 27 Giugno 2013 |
Roma ''amica degli anziani'': la priorità del nuovo assessore Cutini |
“Valorizzare le competenze degli operatori sociali” e creare “nuove sinergie, senza contrapposizioni”; sostenere la domiciliarità, attraverso nuovi modelli che coinvolgano le stesse Rsa. Le “idee sociali” di Rita Cutini |
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ROMA – “Rendere Roma una città amica degli anziani”: è questo il principale obiettivo di Rita Cutini, appena nominata assessore al Sostegno sociale e la sussidiarietà nella giunta capitolina di Ignazio Marino.
Assessore, Lei proviene dal mondo dell’assistenza sociale: quali crede che siano le priorità sociali da affrontare a Roma?
Mi sono sempre occupata soprattutto di anziani e il mio primo pensiero è per loro. Spero che su questo tema sociale Roma diventi davvero capitale e modello per il panorama nazionale. Una città amica degli anziani è amica di tutti: bisognerà immaginare dei servizi dedicati, politiche mirate a contrastare l’ esclusione sociale e la solitudine, potenziare i servizi domiciliari. In generale, credo si debba cambiare impostazione, uscire dalla logica emergenziale e fare interventi di sistema. Io vengo dal mondo dei servizi sociali: conosco tanti operatori e vedo tanta passione in loro. A volte hanno davanti problemi complessi: ma credo si debbano valorizzare le loro competenze.
I servizi sociali a Roma però vivono un momento di grande difficoltà. Partiamo da zero?
E’ quanto cercherò di capire in questi giorni. Da quel che ho visto con uno sguardo ancora esterno, si deve fare molto di più. E si può fare, perché Roma ha tante risorse ed energie. Il mondo della società civile, sia cattolico che laico, è molto ricco. Tanta innovazione nei servizi è partita dal basso, è una forma di partecipazione democratica. Dobbiamo però aggiornare le nostre visioni: non c’è antagonismo tra pubblico e privato, tra servizi e volontariato: possono anzi esserci sinergie formidabili, laddove si individuano obiettivi comuni. È una visione europea: un partenariato dinamico, che pensi e agisca in termini di obiettivi.
La disabilità è un altro grande tema sociale a Roma: da parte delle famiglie, c’è una grande richiesta di sostegno alla domiciliarità. Cosa ne pensa?
Questo è il tema di cui mi occupo da sempre: cercare soluzioni che aiutino a rimanere nel proprio contesto di vita è una delle questioni che maggiormente ho studiato. Anche in questo caso, dobbiamo immaginare collaborazioni nuove: non c’è contrapposizione tra servizi, tra Rsa e cure domiciliari, ma dobbiamo trovare soluzioni buone e sostenibili sul piano economico. L’assistenza domiciliare ha queste caratteristiche: fa bene alla persona ed è sostenibile per le istituzioni. Le stesse Rsa possono essere coinvolte nel sostegno alla domiciliarità, come già accade in altre regioni: per esempi nel fornire pasti e cure a domicilio. E’ un modello nuovo, che credo si possa provare. (cl)
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