GENOVA. Il numero degli italiani che si rivolgono alla Comunità di Sant'Egidio, che distribuisce pasti caldi e freddi, vestiario e pacchi alimentari, oltre ad assicurare le medicine e le visite mediche a chi non se le può permettere, è in crescita esponenziale. «Se nel 2005 gli italiani erano solo l'1% delle persone che si rivolgevano a noi per chiedere aiuto, a larga maggioranza provenienti da Ecuador, Romania, Ucraina, Marocco e Albania, nel 2013 sono diventati il 16%», spiega Andrea Chiappori, responsabile ligure della comunità, in occasione della presentazione della nuova guida "Dove mangiare, dormire, lavarsi - Genova 2014", un vademecum per chi ha bisogno ma anche per gli operatori del settore assistenza, distribuito dalla comunità e da molte altre onlus e soprannominato la Guida Michelin dei poveri.
Nel tascabile di 135 pagine divise in 14 sezioni, non solo gli indirizzi delle 15 mense cittadine, dei 14 centri dove dormire e dei 7 presidi pubblici e privati dove ci si può lavare, ma anche tutte le informazioni per chi ha bisogno di cure mediche e assistenza psichiatrica oppure vestiti, per chi deve fare i documenti, studiare l'italiano o cercare lavoro. Di fatto secondo popolo oggi più bisognoso in città dopo gli ecuadoriani, secondo i dati diffusi da Sant'Egidio, gli italiani prima del 2005 nel grafico non figuravano proprio, non raggiungendo neanche 1'1%, mentre oggi a rivolgersi alla comunità sono anche tanti cinquantenni che hanno perso il lavoro e pensionati che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Nel 2005 le etnie rappresentate erano 23, orafi poveri a Genova arrivano da 69 paesi diversi. «La crisi non allentai suoi morsi e sta trasformando il volto delle nostre città, perché espone alla povertà sempre più persone, che non riescono a pagarsi nemmeno il cibo e le cure mediche», aggiunge Chiappori.
I due centri "Genti di pace" di Sant'Egidio, quello di via Vallechiara alla Zecca, nato nel 2000, e quello in via Stennio a Sampierdarena, del 2007, l'anno scorso hanno distribuito 20.000 pacchi alimentari a 3.250 persone, contro gli 8.500 per 1.500 persone del 2008. In totale, nel 2013 i volontari della comunità hanno consegnato 80 tonnellate di generi alimentari e 54.500 capi d'abbigliamento, più 3.500 prodotti per l'igiene personale, shampoo e bagnoschiuma, deodoranti e lamette da barba, e 4.000 prodotti alimentari per neonati. 800, inoltre, le visite mediche gratuite fornite agli adulti, con relativi farmaci, più 150 screening della vista con fornitura di occhiali a chi ne aveva la necessità. A peggiorare il quadro generale, aumenta il bisogno e calano gli aiuti italiani ed europei al Banco Alimentare, che fornisce il cibo alla comunità: il contributo governativo è passato da 20 milioni di euro a 5 nell'ultimo anno e quello europeo da 50 a 35, con un 60% secco in meno di finanziamenti in totale. Si conferma invece il gemellaggio con Costa Crociere, che per il 2014 ha donato a Sant'Egidio 100.000 euro, la stessa cifra dell'anno scorso, che era stata utilizzata per i pacchi alimentari. «Genova è la nostra città e aiutare le persone in difficoltà, incredibile quante siano nel centro d'Europa e in una metropoli come questa, è solo il nostro dovere, non possiamo lasciarli soli e ringraziamo la comunità di Sant'Egidio di averci dato la possibilità di renderci utili», dice l'amministratore delegato di Costa Michael Thamm.
La comunità conta un migliaio di volontari, di cui120 si prodigano nei due centri Genti di Pace, mentre 80 persone viaggiano di notte in città consegnando alimenti, coperte e bevande calde.I centri di ascolto che fanno capo a parrocchie, sindacati e associazioni sono 70 mentre sono 87 le chiese che distribuiscono vestiti e alimenti. 7 invece le scuole gratuite di italiano per stranieri: due le gestisce la comunità, le altre fanno capo alla Croce Rossa, ai circoli operai di Sampierdarena e Sestri Ponente, al Comitato Umanità Nuova di via Gramsci e al Centro Pastorale Santa caterina di viale IV Novembre. Le 15 mense cittadine preparano 6.700 pasti alla settimana, ai quali vanno aggiunte le distribuzioni di panini.