| 10 Giugno 2008 |
Le associazioni cattoliche italiane per l'integrazione degli immigrati |
Per «Retinopera» urge rieducare alla solidarietà |
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ROMA «Nel contesto attuale dei gravi problemi che il Paese sta vivendo diventa urgente e necessario "organizzare la speranza", intanto attraverso una lettura attenta e non emotiva dei diversi fenomeni in atto, presupposto per scelte non dettate dal contingente»: lo scrive Retinopera (associazione di secondo livello cui aderiscono associazioni e movimenti del laicato cattolico quali Azione cattolica, Acli, Agesci, Cif, Coldiretti, Centro sportivo, Ctg, Focsiv, Fondazione Toniolo, Fuci, Comunità di Sant’Egidio, Uneba, Confcooperative, Fondazione per la Sussidiarietà, Icra, Mcl, Rinnovamento nello Spirito Santo, Umanità nuova/movimento dei Focolari), nella nota della segreteria generale dal titolo: «Continuare ad "organizzare la speranza"». «Il dibattito sul tema dell\\\'immigrazione, comune a molti Paesi d’Europa e nelle ultime settimane drammaticamente esploso in Italia, - si legge nella nota sembra mettere in discussione il concetto di solidarietà, con un\\\'attitudine che rischia di violare alcuni diritti fondamentali propri di ogni persona. Per questo crediamo che non si possa affermare una cultura politica basata sull\\\'emergenza, anche quando la legalità e la sicurezza sono esposte ad un effettivo pericolo. "Organizzare la speranza" secondo Retinopera significa diffondere una nuova educazione alla socialità e alla solidarietà, basate sull\\\'accoglienza, sull\\\'integrazione, sul rispetto dei criteri della reciprocità e del valore del ricongiungimento familiare. E a tutti chiaro, del resto, che il futuro sociale dell\\\'Italia passa dall’immigrazione anche per ragioni demografiche». La nota sottolinea, inoltre, che «urge un profondo rispetto della legalità. Non un semplice atto formale, ma un gesto personale che trova nell’ordine morale la sua anima e la sua giustificazione. La crescita di una più viva coscienza della legalità esige che la formulazione delle leggi obbedisca innanzitutto alla tutela e alla promozione del bene comune» (come recita il documento Cei «Educare alla legalità». La nota si chiude con la considerazione che «si "organizza la speranza" mediante una rivisitazione etica dei nostri comportamenti, promuovendo nuove prospettive di dialogo e di educazione alla cittadinanza. Un cammino da percorrere insieme, che vogliamo pazientemente costruire insieme a quanti vorranno porsi in nostra Compagnia». A supporto di Retinopera è intervenuto anche il Mlac, il movimento lavoratori di Azione cattolica. Il segretario Cristiano Nervegna commentando il «pacchetto sicurezza» adottato dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 maggio e di cui ora si attende il passaggio parlamentare, ha sottolineato che: «Se l\\\'immigrazione è necessaria al nostro Paese, non possiamo non ripartire dal basso, coinvolgendo tutte le agenzie educative del territorio e favorendo la promozione e la crescita di una cultura dell’integrazione e dell\\\'intercultura. L\\\'emergenza immigrazione appare soprattutto come un disagio della società italiana, con una forte crisi d\\\'identità e valori che fa scaturire paure sempre nuove. In questo contesto - ha proseguito - è fondamentale non inasprire ulteriormente il clima di sfiducia reciproca, bensì cercare soluzioni concrete e plausibili, coinvolgendo tutte le realtà operanti sui territori e i soggetti sociali impegnati nelia lotta alla marginalità, promuovendo progetti d\\\'inclusione sociale e integrazione culturale» Riguardo alle misure governative, il segretario del Mlac osserva innanzitutto come «l\\\'ipotesi di prevedere il reato di irnmigrazione clandestina sia una misura sproporzionata, che non risolve la spinta migratoria ed accresce altri problemi di natura giudiziaria e carceraria) ».
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