Corriere della Sera - Ed. Roma | 8 Abril 2010 |
Maite Bulgari e Sant'Egidio insieme per l'Africa e i piccoli «fantasmi» |
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«Io sono una documentarista, conosco bene la realtà dell'Africa, ma non mi ero mai occupata direttamente di progetti di assistenza e di raccolta fondi. L'ho fatto per Sant'Egidio, una causa che davvero merita».
Maite Carpio, madrilena trapiantata a Roma da anni, dopo il matrimonio con Paolo Bulgari, presidente del gruppo omonimo, sta preparando con cura la prima uscita pubblica della onlus che ha fondato nel luglio 2009 insieme alla Comunità. «Agenda Sant'Egidio», questo il nome dell'associazione, «ha come finalità promuovere e favorire il sostegno di tutte le attività contro la povertà e l'assistenza promosse dalla Comunità».
L'appuntamento è per la sera di lunedì 12, nella prestigiosa sede del Maxxi, il museo nazionale delle arti del XXI secolo, aperto proprio per l'occasione, a poche settimane dall'inaugurazione ufficiale prevista per fine maggio. Ad «acquistare» i tavoli per la cena di beneficenza sono stati nomi importanti dell'imprenditoria e della cultura: Luca Cordero di Montezemolo (che fa parte anche della Onlus) Gianni Letta, Aurelio De Laurentiis, Giovanni Malagò, Giuseppe Tornatore, Bruno Vespa, Fabio Gallia, Aurelio Regina.
«Ho conosciuto i responsabili di Sant'Egidio mentre realizzavo il mio documentario sul Malawi, il Paese africano che è fra i più poveri del mondo racconta Maite Bulgari Loro sono bravissimi, hanno progettiimportanti qui in Italia e nelle zone più disastrate del pianeta. Ma non hanno esperienza nel fund raising, la raccolta di fondi per finanziare le loro iniziative. Neanch'io ce l'avevo, a dire il vero. Ma ho deciso di tentare».
La Comunità è nata nell'ormai lontano 1968 dall'impegno di un gruppo di ragazzi cattolici che scelsero di lavorare nei quartieri di borgata con i disagiati di allora Erano altri tempi, gli immigrati poveri provenivano quasi tutti dal Meridione italiano, molti vivevano in insediamenti di fortuna, la droga non era certo il fenomeno di massa che diventò poi, l'Aids non esisteva. Oggi è un movimento che conta oltre 50 mila componenti distribuiti in 73 Paesi, dall'America Latina al l'Asia, all'Africa. Le finalità sono rimaste le stesse: l'assistenza materiale e spirituale ai poveri, ai malati, agli stranieri immigrati, ai disabili e a bambini e anziani soli.
«Agenda Sant'Egidio» punta soprattutto a sostenere le attività della Comunità all'estero: come «Dream», (Drug resource enhancement against Aids and malnutrition) il programma di terapia globale per la cura dei malati di Aids in Africa Nell'ultimo anno ne ha beneficiato oltre un milione di persone, ma non a niente a che fare con la solita e spesso inutile distribuzione a pioggia di preservativi: concepito come un programma di eccellenza, con i costosi laboratori di biologia molecolare disseminati in ogni area coinvolta dal progetto, che consentono diagnosi efficaci e precise e standard di cura che sono gli stessi di quelli europei. E con una grande attenzione ai piccoli: con Dream 99 su 100 nascono sani da madri sieropositive, con una spesa che non va oltre i 500 euro a bambino.
«Bravo» (Birth registration for all versus oblivion), altro progetto «made in Sant'Egidio», promuove invece la registrazione anagrafica dei bambini. Una cosa scontata per buona parte dell'umanità, ma non per quei 51 milioni di minori mai registrati legalmente e perciò «inesistentb». E quindi più facili prede per i trafficanti di schiavi, magari a scopi sessuali, o di organi, e delle milizie che li rapiscono per arruolarli. ll «debutto» di Bravo l'anno scorso nel Burkina Faso ha permesso di registrare oltre un milione di «fantasmi». Ora sta per essere avviata una nuova campagna in Uganda e Malawi. «Agenda Sant'Egidio ha un compito importante conclude Maite Bulgari cercare i mezzi per rendere sempre più consistente l'aiuto ai poveri. Non è facile, ma insieme neanche impossibile».
Palma Ester
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