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26 Januari 2018

La pace in Centrafrica riparte da Francesco

In udienza il presidente Touadéra. A Sant’Egidio: progressi nel disarmo

 
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ll presidente della Repubblica Centrafricana Faustin-Archange Touadéra ha espresso «gratitudine per la particolare attenzione con cui il Santo Padre e la Chiesa cattolica accompagnano la vita del Paese». Lo ha fatto nel corso dell’udienza avuta ieri mattina in Vaticano con papa Francesco e, successivamente, con il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin accompagnato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” della Santa Sede.
Un comunicato della Sala Stampa vaticana ha spiegato che «nel corso dei colloqui, svoltisi in un clima cordiale, sono state evocate le buone relazioni esistenti» tra Bangui e Roma, «ulteriormente rafforzate dall’Accordo Quadro tra la Santa Sede e la Repubblica Centrafricana, firmato a Bangui il 6 settembre 2016». La nota ha specificato che ci si è «soffermati sulla situazione nazionale, apprezzando in particolare gli sforzi positivi volti al ripristino della stabilità politico-istituzionale».
Dopo essere stato in Vaticano, Touadéra ha visitato anche la Comunità di Sant’Egidio nella sede di Trastevere. Dopo un lungo colloquio con il fondatore Andrea Riccardi, il presidente ha illustrato, in conferenza stampa, la situazione del Paese, dove Sant’Egidio lavora da anni per favorire la pace. Touadéra ha ringraziato la Comunità per questo impegno che ha portato nel giugno scorso alla firma di un accordo tra i diversi gruppi politico-militari presenti sul territorio avviando il processo di pace. «Dopo l’accordo firmato a Sant’Egidio – ha detto – pur di fronte a grandi difficoltà, tra cui quello delle popolazioni sfollate, abbiamo registrato alcuni progressi nella smobilitazione dei gruppi armati». Così «si concluderà nei prossimi giorni il “programma pilota" di disarmo, con l’adesione di 12 gruppi armati su 14 e il reinserimento nella società civile o nell’esercito regolare di circa 600 combattenti». «Ora – ha aggiunto Touadéra – sta per partire la fase del vero e proprio disarmo generale e contiamo sul coinvolgimento di tutte le forze in campo», compresi i due gruppi rimasti fuori.
Dopo aver ricordato il prezioso sostegno al Paese realizzato dalla «visita memorabile» di papa Francesco del novembre 2015, Touadera ha anche confessato di «confidare in un più ampio dispiegamento delle forze Onu della Minusca (la Missione Onu per il mantenimento della pace in Centrafrica, ndr) in modo da accelerare il processo di pace». E ha anticipato che il suo governo «chiederà che il Premio Nobel per la Pace 2018 venga assegnato alla Comunità di Sant’Egidio» per il «ruolo essenziale» svolto a favore della pacificazione del suo Paese.
Touadera ieri è stato ricevuto anche dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il leader di Bangui ha ringraziato la Chiesa cattolica per l’attenzione verso il suo Paese: «Ora ci servono più forze Onu».