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2009 三月 19

PIETRO E IL MONDO

«Una sessualità responsabile prima risposta contro l’Aids»

 
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«Nulla cambierà nella posizione della Chiesa sui modi di contrastare la diffusione dell’Aids». Il giorno dopo, padre Federico Lombardi torna sulle parole pronunciate in aereo da Benedetto XVI («la malattia non si combatte distribuendo preservativi») e approfondisce il pensiero del Papa, che ha suscitato un’ondata di proteste non solo sui media del Primo Mondo, ma anche in alcune Cancellerie occidentali. Un contrasto che risulta ancor più stridente se confrontato con l’entusiasmo con cui gli abitanti di Yaoundé hanno accolto il vescovo di Roma, riservandogli un’accoglienza definita dalla Nunziatura in Camerun, «superiore alle aspettative».
Inaspettata, anche, la virulenza dei commenti di alcuni governi, dimentichi che in Africa manca quasi tutto, ma non i preservativi e che nonostante ciò l’Aids prolifera. Le affermazioni del Papa «rappresentano un pericolo per le politiche sanitarie e la tutela della vita», ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri francese Eric Chevallier (ma la sua collega per la casa, Christine Boutin, si schiera in difesa del Papa). «I preservativi salvano la vita sia in Europa, sia in altri continenti», dicono da Berlino due ministre, Ulla Schmidt (sanità) e Heidemarie Wieczorek-Zeul (sviluppo). Per il ministro della sanità belga, Laurette Onkelinx, le affermazioni di papa Ratzinger «potrebbero distruggere anni di prevenzione e informazione e mettere in pericolo molte vite umane» mentre riserve vengono espresse anche da membri della Commissione europea. E il segretario generale del ministero della sanità spagnolo, Josè Martinez Olmos, nell’annunciare l’invio di un milione di preservativi in Africa, afferma che il Papa è «molto mal consigliato ». La risposta vaticana a questa che il direttore della Sala Stampa vaticana definisce «vasta eco» viene proprio da padre Lombardi. Il quale mette in rilievo le sottolineature contenute nella breve risposta del Pontefice durante la conferenza stampa in volo. Prima di tutto: «Una posizione che pensi di risolvere il problema dell’Aids solo attraverso la diffusione dei preservativi è un’illusione e non aiuta a concentrare l’attenzione su altri aspetti ben più determinanti».
Secondo: «Questi aspetti sono di tre tipi: l’educazione alla responsabilità nell’uso della sessualità e la promozione del matrimonio e della famiglia; la cura efficace dell’Aids; e l’attenzione ai malati e alle persone che soffrono». Ma soprattutto «l’aspetto educativo – ribadisce Lombardi – è premessa di ogni soluzione seria». Anche perché, aggiunge, «l’Aids si trasmette in tanti modi, non solo per via sessuale. E ciò è frequente in particolare in Africa, data la mancanza di condizioni igieniche in tanti posti, compresi gli ospedali.
Quindi non è che a forza di preservativi si blocchi ogni diffusione dell’Aids». Anzi, ribadisce poco dopo in una nota, «la Chiesa ritiene che puntare essenzialmente sulla più ampia diffusione dei preservativi, non sia in realtà la via migliore, più lungimirante e efficace per contrastare il flagello e tutelare la vita umana ». Il portavoce si presenta ai giornalisti dopo mezzogiorno, di ritorno dagli impegni della prima mattinata del Pontefice in Camerun. Tra l’altro riferisce di un fuori programma con un gruppo di 67 operatori provenienti dall’Africa francofona del Progetto «Dream» della Comunità di Sant’Egidio (che era stato citato anche da Benedetto XVI nella sua conferenza stampa sull’aereo). Il Papa li ha ricevuti nella nunziatura insieme con il coordinatore Mario Giro. «Questo progetto – sottolinea padre Lombardi – e quelli simili di altre organizzazioni cattoliche dimostrano il grado di efficacia raggiunto dalla Chiesa nella lotta all’Aids». I numeri lo confermano. Il «Progetto Dream» è attivo in dieci nazioni del continente ed assicura una guarigione nel 97 per cento dei casi. I sanitari monitorano un milione di soggetti a rischio e ne hanno in cura più di 100mila. Inoltre, seimila bambini sono nati sani da madri sieropositive. «Dream è un sogno diventato realtà», ha detto ieri il Papa incontrando la delegazione di Sant’Egidio.

«Conosco il vostro lavoro – ha concluso – e tutto quello che fate. Prego per voi. Pregate anche voi per me».

 


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