L’impegno della Comunità di Sant’Egidio con le persone con disabilità è cominciato a Roma quarant’anni fa e si è esteso progressivamente a molte altre città d’Italia e d’Europa. L’incontro con giovani ed adulti disabili, ha rappresentato la scoperta di un disagio sommerso, di storie di esclusione e marginalità. È nata un’amicizia personale e disinteressata, che si è impegnata a comprendere e a farsi carico delle difficoltà e delle aspettative di ciascuna delle persone disabili con cui si era instaurato un rapporto.
I laboratori d’arte della Comunità di Sant’Egidio nascono nel 1985 per rispondere al desiderio di formazione e studio di persone disabili adulte che non avevano avuto la possibilità di percorsi scolastici integrati. In questi luoghi formativi, di apprendimento delle tecniche artistiche, di apertura al mondo, di relazione e comunicazione, la ricerca delle proprie attitudini e potenzialità ha condotto in primo luogo alla possibilità stessa di comunicare ed inoltre ad un processo di appropriazione di codici espressivi e artistici personalizzati. Le persone coinvolte hanno rivelato in modo sempre più evidente una profonda capacità di comprensione della realtà, un proprio giudizio, pensiero e sguardo sul mondo. Negli ultimi anni i laboratori si sono aperti all’incontro con artisti contemporanei.
L’incontro dialogico e formativo con gli artisti contemporanei ha messo in moto un processo di corresponsabilità e partecipazione a doppio senso, che ha coinvolto gli artisti e i laboratori d’arte, potenziando il lavoro di trasformazione sociale e culturale del mondo circostante e l’azione dei laboratori verso una liberata creatività.
Si inseriscono in questo nuovo percorso la mostra “Noi, l’Italia” esposta al Quirinale in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, insieme all’artista Anton Roca (2011), e la partecipazione alla 55° Biennale di Venezia con lo special project “I/O è un altro”, dell’artista italo-brasiliano César Meneghetti (2013).