Presidente della Repubblica di Albania
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Onorevoli Eminenze delle comunità religiose venuti da tutto il mondo,
Onorevoli rappresentanti della Comunità di Sant’ Egidio
Onorevoli rappresentanti delle comunità religiose albanesi,
Onorevoli partecipanti!
Nella gerarchia degli eventi storici nel mio paese, questo incontro, questa conversazione così straordinaria e inclusiva, avrà e manterrà sempre un posto d’onore, per il fatto di focalizzarsi sul tema principale, sull’aspirazione cardine: la pace e la libertà religiosa – due concetti in assenza dei quali la nostra vita sarebbe stata privata dell’umanesimo e del suo nocciolo – che corrono il pericolo di essere minacciate.
A mio avviso, questo evento globale il medesimo significato, visto che il suo simbolismo unisce la storia al futuro: le lezioni della storia sono al servizio del futuro attraverso esempi, comparazioni, esperienze e modelli, anche in considerazione del fatto che esso viene organizzato e messo in opera da una comunità così illustre come quella di Sant’Egidio, il cui apporto nel servire la pace, la fede, la libertà, i diritti umani e la democrazia - ovunque e laddove sono minacciati - è impressionante
Noi, Albanesi, ovunque viviamo, portiamo la testimonianza di una volontà che è forte anche quando si è circondati da difficoltà e avversità, ed è per questo che a nome del mio popolo trasmetto a voi, rappresentanti di Sant’Egidio il mio grazie di cuore! Siete a casa, in Albania.
Onorevoli amici,
Voglio essere schietto e franco con voi!
Ciò che rende questo grande incontro internazionale, che verte sul ruolo giocato delle fedi religiose riguardo alla pace mondiale, così speciale e indimenticabile per me, è il fatto stesso di essere stato organizzato nella nostra capitale. È una scelta che ci onora. E non è una coincidenza.
Ciò avviene perché il nostro paese, l’Albania, è un esempio, forse unico al mondo, da cui trarre ispirazione come ebbe a dire l’illustre Indro Montanelli: “Questa è la terra dove Cristo e Maometto camminano fianco a fianco” incoraggiando così le persone a onorare l’Altissimo, il paese, colui che è diverso, la pace e la libertà.
È l’orientamento con cui gli Albanesi hanno viaggiato lungo la storia: fianco a fianco, fin da quanto la loro mappa religiosa ha acquisito sfumature simili a quelle di un mosaico per sperimentare la diversità come un tratto individuale, interiore, spirituale!
Insieme! Nella coscienza dell’unità nazionale e nella perseveranza della sua coerenza! Nel rispetto della lingua, delle culture, delle traduzioni, dei codici di comportamento abituali, ognuno di noi rende culto a Dio nel proprio luogo religioso senza danneggiare o minacciare la libertà, la volontà, le scelte, la mistica, i riti dell’altro.
Cristianesimo e Islam, Cattolici e ortodossi d’Oriente, Sunniti e Sciiti sono la nostra realtà, trasformata in storia, e in questo mondo rappresentano la coscienza di ciascuno e di tutti. In questo caso si può affermare pienamente e giustamente che la storia è maestra di vita.
Gli Albanesi che si sono identificati in queste fedi attraverso i secoli hanno apportato un contributo qualitativo alla storia delle civiltà e delle religioni, un contributo che include nomi di santi e di martiri, popi o patriarchi, imam e sceicchi, uomini saggi e scienziati, scrittori e intellettuali.
Allo stesso modo, nella dialettica che ha caratterizzato la nostra nazione, nessuno ha giudicato o attribuito particolare valenza all’appartenenza religiosa dei nostri combattenti, leader, pensatori, poeti, uomini del Rinascimento, statisti. Nessun pregiudizio è stato espresso sulla base della loro fede. Al contrario essi si sono riempiti di orgoglio pan-nazionale e di onore, perché ci hanno portato ad aderire alla causa dell’armonia mentre si accingevano a costruire l’Albania per tutti, l’Albania del presente e quella del futuro. Da questo punto di vista, il popolo Albanese si è imbattuto presto nella modernità e nell’etica.
Non vi è alcun mio compatriota, qualunque sia la sua fede o la maniera con cui egli renda culto a Dio, che non senta come propri, santi ed eterni, Giorgio Castriota Skanderbeg, Madre Teresa, Ismail Kadaré e centinaia di altre personalità di innumerevoli nazioni che hanno incarnato la narrazione di un mondo albanese multidimensionale, alla stregua di un cuore dove batte l’identità europea, di un luogo santo orante e ispiratore, che raggiunge la sublimazione e a guisa di tempio della parola suprema.
Nell’ambito di questo panorama, inusuale ed esotico per quelli che non lo conoscono, ma consueto e familiare per noi che ne facciamo parte, il clero e le istituzioni religiose hanno indubbiamente giocato un ruolo chiave nel consolidamento della fede e nel non volerla strumentalizzare nel momento della sua rinascita - dopo esser stata messa al bando e aver sofferto durante la dittatura - assicurando la serenità spirituale dei suoi seguaci durante i traumi della transizione, così come la pace sociale nell’immagine ormai scolpita di un’armonia interreligiosa che regna nel paese. Sono gli instancabili operai della virtù e dell’etica, della fede e dell’affetto, della Besa Albanese – tener fede alla parola d’onore.
Nella mia qualità di Capo dello Stato vorrei onorarli e lodarli da questo podio e assicurar loro il mio generoso sostegno.
Onorevoli uomini di religione provenienti da molte parti del mondo,
Siamo tutti testimoni del fatto che la pace e la libertà religiosa, siano esse separate o componenti fondamentali della democrazia, non sono disponibili in eterno. Infatti esse hanno i loro nemici, e molto spesso sono minacciate. Oggi vi sono esempi tragici che ci dicono che ciò non è solo un’ipotesi. Quando questo pericolo prende forma e si incarna, esso genera demoni di male, violenza, terrore e fondamentalismo. Non sono in fondo l’ISIS, e organizzazioni terroristiche che agiscono sotto false spoglie, un esempio sufficiente per alimentare una preoccupazione globale? Le loro atrocità mettono a repentaglio e minacciano i valori fondamentali dell’umanità e le sue credenze.
La dottrina del pensiero unico, di per sé totalitaristica, ha spesso portato i popoli sull’orlo di orribili abissi nella storia. Per questo è indispensabile che la famiglia delle nazioni, mentre rafforza gli spazi di libertà, rafforzi sensibilità e vigilanza, cooperazione e comunicazione, così come i suoi istinti di autoconservazione, perché nessuno è immune davanti al terrore e al terrorismo, alla manipolazione religiosa e alla strumentalizzazione.
Nessuno è immune: l’Albania, i Balcani, l’Europa e oltre i suoi confini; per questo dobbiamo coordinare le nostre volontà ed energie per assicurare pace e democazia, diritti umani, libertà e parimenti le libertà religiose– così tanto necessari ai popoli e al loro orizzonte. Gli uomini di religione di ogni religione debbono rappresentare una barriera insuperabile per respingere l’estremismo e l’interpretazione errata della religione. Questo è un obbligo sacro – un obbligo umano, civile e democratico. A tale proposito tutte le società considerano gli uomini di religione una grande garanzia.
Non possono essere gli unici, né debbono essere lasciati soli, ma devono essere potentemente sostenuti dalle istituzioni, dalle comunità, dalla società, dal mondo laico - e perché no, anche da quelli che vivono nella libertà di non credere in alcunché - affinché i frutti della pace siano condivisi e goduti da tutti. La pace e la libertà fungono da garanzie per ogni fede. L’imposizione, la violenza e la religione possono essere associate l’una all’altra. Ma una sola imposizione è indispensabile e tollerabile: quella che obbliga ciascuno a rispettare e sostenere la pace e la libertà.
Cari amici,
L’atto di organizzare e tenere questo dialogo a Tirana, e i messaggi che ne originano, rappresentano una grande risorsa non solo per noi ma per il mondo intero. Lo considero il prodotto finale al pari di un’enciclopedia al servizio della pace, della coabitazione e dell’armonia, di una grande speranza che origina dal potere della fede e da un luogo concreto, dal mio paese, l’Albania, che ha costruito la sua pace anche a partire dalla fratellanza delle religioni, così come sottolineò il Santo Padre, Papa Francesco, durante la sua indimenticabile visita l’anno scorso. Siamo grati per questo prezioso e storico contributo.
Grazie!
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