Arcivescovo di Tirana e Primate della Chiesa ortodossa autocefala di Albania
|
Ciascuno di noi, per la propria tradizione religiosa, è portato a lottare per la pace. E nella nostra fede troviamo ispirazione e forza. Soprattutto tra coloro che fra noi seguono le religioni monoteistiche, prevale la certezza che la pace sia dono di Dio.
Per questo, nella maggioranza delle nostre preghiere noi chiediamo ripetutamente la pace dall’alto. Questo resta l’obiettivo primario; il secondo è la responsabilità di lottare per la pace, con rispetto per ogni essere umano, ciascuno con le proprie convinzioni politiche e religiose.
Rendiamo grazie a Dio poiché attraverso i discorsi, i dibattiti e le decisioni del nostro Incontro Internazionale per la Pace abbiamo avuto l’opportunità di giungere a una comprensione più profonda del nostro tema “La pace è sempre possibile” e persino di ricevere ispirazione per continuare con maggiore entusiasmo ad essere costruttori di pace; con la certezza che “beati sono i costruttori di pace, poiché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).
• Preghiamo il Signore, perché amore e verità si incontrino; giustizia e pace si bacino (Salmo 85, 10);
• Domandiamo al Signore di aiutarci a comprendere con maggiore profondità che l’opposto della pace è l’egocentrismo: che sia individuale, collettivo, etnico, o razziale; e che l’antidoto all’egocentrismo è il rafforzamento dell’amore;
• Il nostro principale messaggio resta che Dio è amore, e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui (1 Gv 4, 16)
La lotta per la pace, nel nostro cuore, nell’ambiente, nelle nostre comunità, sul nostro pianeta, è il dovere spirituale di ogni essere umano. Nel XXI secolo deve diventare la nostra prima preoccupazione, con la certezza che Dio è pace. Dio è sempre con i costruttori di pace, è la nostra ispirazione e ci sostiene nei nostri sforzi e nelle nostre lotte.
|