Comunità di S.Egidio


01/10/2001
Roma
Incontro tra le religioni in Campidoglio
Per iniziativa del sindaco di Roma, il 1 ottobre, nella Sala del Consiglio Comunale, ha avuto luogo un incontro tra i rappresentanti religiosi della citt�. Riportiamo l'intervento di Andrea Riccardi.

 

Signore Presidente del Consiglio Comunale,
Onorevole Sindaco di Roma,
Illustri esponenti delle Chiese cristiane e delle Religioni presenti a Roma,
Cari amici,

l�invito del Sindaco, perch� si riuniscano tutti gli esponenti delle diverse comunit� religiose di Roma in questa aula consiliare, rappresenta qualcosa di nuovo negli annali del Campidoglio. Questa novit� sottolinea la particolarit� del momento che stiamo attraversando. E� davvero drammatico quanto il mondo contemporaneo sta vivendo dopo gli avvenimenti dell�11 settembre. E� un momento che interpella Roma in maniera molto diretta, come grande capitale del mondo occidentale, come la pi� grande citt� europea sul Mediterraneo, a contatto con il mondo arabo-musulmano, protesa verso il Sud del mondo, citt� di genti diverse... Non si tratta solo di una questione di carattere politico in senso tecnico, ma di una questione che tocca Roma in tutte le sue fibre, in particolare religiose e morali. 

Per questo si trovano riuniti in questa aula molti esponenti delle comunit� religiose della Citt�. Infatti, in queste ore, molti nostri concittadini e molti cittadini del mondo si interrogano sul futuro, che appare incerto, minacciato dallo svelamento di una cos� grande potenza del male. Tutti osserviamo gli avvenimenti di questi giorni, chiedendoci cosa ci riserva il domani. S�, molti si interrogano su come sar� il domani per il mondo e anche per la nostra Citt�; si chiedono che fare per la pace e per la sicurezza di tanti. 

Molte voci e interpretazioni sono risuonate in queste ore. Alcune sono anche frutto di sbandamento e di incertezza davanti agli avvenimenti dell�11 settembre. Si � sentito parlare della religione e dello stesso nome di Dio come origine, terreno di coltura, della violenza e dell�estremismo. E� stato ripetuto anche che intere civilt�, come quella islamica, avrebbero scritto nei cromosomi un inevitabile conflitto con il mondo occidentale. Sembra che le convinzioni forti, soprattutto quelle religiose, siano considerate �in alcune letture- quasi all�origine di una visione del mondo esclusivista, intollerante. 

In realt�, tanta violenza, quella drammatica esplosa l�11 settembre, e quel terrorismo che sfigura la nostra vita contemporanea, hanno ben altra origine. Si fondano su un nichilismo disperato, che in alcuni casi strumentalizza le convinzioni religiose, ma che si radica nel disprezzo della vita umana e degli insegnamenti di rispetto della vita, testimoniati da tutte le grandi tradizioni religiose. Questo � il vero terreno di coltura della violenza e del terrorismo. 

Sappiamo bene come le religioni siano differenti sotto tanti aspetti: dal contenuto della loro fede e della loro teologia al rapporto con la societ�. Niente sarebbe meno rispettoso della realt� e delle convinzioni che volerle vedere tutte uguali. Eppure, nel profondo delle tradizioni religiose, c�� un messaggio chiaro di pace. E� un messaggio che si afferma attraverso la trasformazione interiore dell�uomo e della donna, chiamati a rientrare in se stessi e a porsi alla presenza di Dio. E� la pace dei cuori che diviene pace ricercata nella vita sociale, nelle relazioni tra i gruppi e tra i popoli.

Questa � anche l�esperienza di Roma rispetto alle grandi religioni. Roma ha un�altra esperienza della vita religiosa rispetto a quanti ne parlano come di un terreno di coltura per la violenza o l�esclusivismo. La storia della nostra Citt� � stata profondamente intrecciata con quella della fede religiosa, in particolare con la Chiesa cattolica, che ha qui il suo cuore e che ha fatto della citt� una grande capitale religiosa. Ma Roma vive questo senza esclusivismi. Ricordo la risposta di Paolo VI a chi obbiettava che la costruzione della grande moschea avrebbe messo in discussione il carattere cristiano di Roma: �No, -disse- � un arricchimento per la Citt�!�.

La storia di Roma � intrecciata con molte e diverse comunit� religiose: a partire da quella ebraica, che � la pi� antica sulle rive del Tevere, passando per quelle di pi� antico inserimento nella Citt�, come quelle evangeliche, o quelle pi� recenti come quella musulmana e tante altre. 

Roma si presenta come una citt� del pluralismo armonico, costruito in una lunga storia, denso di motivazioni e valori, di sofferenze, ma approdato a una grande maturit�. Capitale religiosa di una grande Chiesa, citt� della democrazia, �, allo stesso tempo, la citt� delle pi� piccole e pi� grandi comunit� religiose. E� quella citt� che Giovanni Paolo II, nella sua visita memorabile in Campidoglio nel 1998, proprio dal Campidoglio, salut� nel suo carattere pluralistico, pur riconoscendo di avere con essa uno specifico legame: �La comune adorazione dell�Altissimo stimoli al rispetto reciproco e renda tutti operosi costruttori di una societ� aperta e solidale� �auspic�.

Roma vive l�intreccio con le comunit� religiose come una crescita del suo umanesimo, del suo senso dell�uomo e della civilt�. Anzi considera che le grandi tradizioni religiose siano un aspetto imprescindibile della sua vita civile, della sua cultura, del suo modo di essere, della sua proiezione del mondo. 

Quando una delle sue comunit� � colpita Roma si stringe attorno a quella comunit�. Ricordo, ad esempio, le ore trepidanti dopo l�attentato al Tempio maggiore di Roma, la morte del piccolo Stefano Tach�. Era la festa delle capanne, l�ottobre di 19 anni fa: il caro rabbino Toaff lo rammenta bene. In quel clima in cui cominciava a soffiare il vento dell�odio e dell�antisemitismo, si sent� come per Roma la comunit� ebraica � qualcosa di insostituibile.

Proprio in quegli anni nacque l�iniziativa della Comunit� ebraica e della Comunit� di Sant�Egidio di ricordare il 16 ottobre, il terribile giorno della razzia nazista, con una grande manifestazione da Trastevere dove furono concentrati gli ebrei romani sino al quartiere ebraico sul Tevere. Quest�anno verr� tenuta il 14 ottobre con la partecipazione del Sindaco. Questa data del 16 ottobre, per i romani, specie per i giovani, dovrebbe diventare un momento di sosta e di riflessione. 

Roma ricorda una civilt� in cui la vita religiosa � un fatto centrale e, per questo, parla di pace con maggior forza e convinzione. E� la pace nella nostra Citt�. Roma, nonostante i suoi problemi, porta l�impronta della civilt� della piazza, dell�incontro, della convivenza tra diversi. E� l�impronta antica di una grande citt� europea, che si � modernizzata, ma non si � ancora snaturata. Roma non � una citt� dal carattere esclusivista, ma capace di accoglienza e di sintesi tra diversi: � stata l�esperienza dal dopoguerra dell�integrazione con una vasta immigrazione meridionale e oggi con gli immigrati non italiani. L�identit� di Roma � quella della civilt� della sintesi, che si riverbera nelle pieghe quotidiane della vita cittadina.

Ma l�insicurezza diffusa o il terrorismo possono cambiare la vita di una citt�. Stiamo bene attenti, perch� la minaccia terroristica non solo colpisce la vita umana, ma cambia la qualit� di vita e i rapporti umani di un�intera civilt�. Molti di noi non sono pi� tanto giovani da ricordare i difficili anni lontani del terrorismo italiano. 

L�insicurezza e il terrorismo fanno blindare le case, i quartieri, spingono a chiudere le porte e a guardare l�altro con sospetto. Non � questa la civilt� di Roma, a cui siamo affezionati e in cui siamo cresciuti o che ci ha accolto. Non � questa la cultura che vogliamo sviluppare: cultura della paura, del sospetto, dell�insicurezza. Per questo bisogna sostenere questa anima di Roma, anche in momenti difficili come questi.

Roma � un riferimento nel mondo contemporaneo. Nel mondo, anche lontano, il nome Roma della nostra Citt� ha un suo valore e significato. Roma � una citt� aperta, fondata sulle relazioni, la cui ricchezza � essere un centro di relazioni, vivere con gli altri e per gli altri. parla di pace nel mondo contemporaneo, perch� � una citt� esposta al Sud, per la sua posizione geografica, nel cuore del Mediterraneo, vicina al mondo arabo, prossima all�Africa, con una sua relazione ideale con Gerusalemme. Roma parla di pace per la realt� dei suoi cittadini, per le sue relazioni interne, per i suoi recenti cittadini che vengono dal Sud. 

Ma a Roma giungono anche tante espressioni di preoccupazione per la pace nel mondo, perch� Roma �come capitale politica, come sede di prestigiose istituzioni, come centro della Chiesa cattolica, come citt� della cultura, come realt� abitata da comunit� di ogni provenienza- � a contatto con tante parti del mondo. Roma sa quanto la pace sia fragile in tante parti del mondo, quanto intensi siano i bisogni di parte del mondo, quanto fragili le situazioni politiche, quanto larghi i terreni della miseria, che sono luoghi di coltura di dolore e di disperazione ma anche �talvolta- di violenza.

E� quanto un autore pagano del V secolo, Rutilio Namaziano, innamorato di Roma e prefetto della Citt� in tempi difficili, scriveva: �Ordo renascendi est crescere posse malis� (il cuore del rinnovamento � la capacit� di crescere attraverso i mali). Attraverso le difficolt� di questo tempo, la nostra Citt� cresce nella sua vocazione di pace. Non solo attraverso la sicurezza, ma facendo appello alla sua anima e accrescendo la sua solidariet� con il mondo. E� cos� che comprendo l�invito a questo incontro, che vuole saldare il Campidoglio con le comunit� religiose, nella speranza di far crescere Roma attraverso tempi non facili. 

 

Rassegna stampa

Roma, dal confronto tra le fedi un impegno al dialogo per la pace

Avvenire - 02/10/2001 - ITALIANO

Per la prima volta nella storia del Campidoglio

Corriere
della Sera
02/10/2001
ITALIANO

E tutti pregarono per la pace

Il Mattino
02/10/2001
ITALIANO

Cento religioni, una sola preghiera:
la pace

Il Messaggero
02/10/2001
ITALIANO

"No alla violenza" appello dei leader di tutte le religioni

La Repubblica
02/10/2001
ITALIANO