Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Feste oltre le mura del carcere
14 marzo 2011
Le occasioni sono diverse, ma lo scopo di ogni festa è lo stesso: vincere la tristezza e asciugare le lacrime con i canti, la merenda, l’amicizia e il calore della festa che scioglie i cuori.
Per questo, Sant'Egidio ha portato la festa dei 150 anni dell'Unità d'Italia in alcune carceri femminili - Pozzuoli (Napoli), Vercelli e Roma Rebibbia.
A Roma, sono stati gli anziani di un quartiere vicino al carcere a preparare il buffet. Sono gli stessi che, ogni settimana, inviano pacchi di vestiario a chi non riesce ad avere colloqui con i familiari lontani o è ricoverato nell'infermeria.
Il 1 marzo, per una volta, i ruoli si sono scambiati: gli anziani sono stati ospiti per un pomeriggio di festa dei detenuti del piccolo carcere a custodia attenuata di Rebibbia a Roma. Era una situazione a dir poco insolita: dentro a un carcere, conoscersi e cantare insieme.
“Sono emozionato, non so se riuscirò a cantare, vedere persone della vostra età mi ricorda la mia famiglia, affetti lontani…” ha detto A. rivolgendosi ad una donna anziana venuta fin dentro al carcere sulla sua sedia a rotelle. Ma la commozione iniziale ha lasciato presto il posto all’amicizia e a un’allegria che i ragazzi di Rebibbia non provavano da tempo.
L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa è certamente un luogo di grande dolore, anche perchè ospita malati gravi, con una situazione difficile anche dal punto di vista sociale. Tra i detenuti, molti potrebbero uscire dall’Istituto anche subito, ma non possono a causa della mancanza di strutture sanitarie e psichiatriche che possano ospitarli.
Una festa semplice ma ricca di musica e canti, un regalo utile per tutti (pigiama e giaccone felpato), anche per chi non ha potuto allontanarsi dalla cella. Il nuovo vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, si è rivolto ai malati con affetto e parole di speranza: “Dentro di noi c’è un desiderio di bene che bisogna tirare fuori”.