Il 27 novembre 1941 c’è stata la prima grande deportazione degli ebrei di Würzburg. Più di duecento persone, tra loro quaranta bambini, sono stati deportati nell’Europa dell’Est per essere assassinati. Da quattordici anni la Comunità di Sant’Egidio organizza, insieme alla comunità ebraica una marcia in memoria di quella tragica giornata, cui ne sono seguite altre. Gli interventi dei decani cattolico ed evangelico della città hanno introdotto la marcia, che si è poi snodata per le strade del centro, con le fiaccole illuminate, fino a raggiungere il teatro della città.
In quel luogo, 73 anni fa, gli ebrei sono stati raccolti per poi iniziare il viaggio della morte. Ogni anno sono sempre di più i cittadini e soprattutto giovani e nuovi europei che partecipano all’iniziativa.
Marion Schäfer-Blake, sindaco di Würzburg, ha ricordato la vergogna dell’indifferenza della grande maggioranza dei cittadini a ciò che stava avvenendo. “Questa memoria – ha detto il sindaco- ci deve spingere oggi ad aiutare chi è nel bisogno”. Il presidente della comunità ebraica, Josef Schuster, ha ricordato la necessità di non perdere oggi la memoria di ciò che è avvenuto: “Dimenticare –ha detto- sarebbe una vittoria dei nazisti”. Klaus Reder, della Comunità di Sant’Egidio, ha ricordato che la memoria è una responsabilità verso le giovani generazioni, perché siano incoraggiate a costruire una civiltà del convivere tra gente di diverse culture e appartenenze religiose.
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