| 20 Febrer 2015 |
Testimonianza |
L'arcivescovo di Aleppo all'Italia e all'Europa: «Non dimenticatevi di noi» |
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«L'intera comunità cristiana di Siria e in particolare quella di Aleppo, versa in una grave situazione umanitaria. La popolazione è minacciata dalla presenza dell'Is a soli trenta chilometri, ed è comunque vessata dalle formazioni jihadiste che già si trovano all'interno della città. L'assenza di acqua, luce, riscaldamento, benzina, erogati saltuariamente dai terroristi che controllano l'approwigionamento di beni essenziali, ha contribuito all'esodo di due terzi dei cristiani di Aleppo e di tutta la Siria».
Questa la testimonianza dell'arcivescovo armeno cattolico di Aleppo, Butros Marayati, che ieri, nel quadro delle iniziative parlamentari italiane sui temi della persecuzione delle minoranze e della repressione della libertà religiosa, è stato sentito dal Comitato permanente per i diritti umani, istituito presso la Commissione esteri della Camera. L'incontro è stato guidato da Mario Marazziti (Pi-Cd, Democrazia solidale).
L'arcivescovo Marayati ha sottolineato che «i cristiani di Siria si sentono abbandonati dall'Europa, che, pur rivendicando un rapporto privilegiato con la cristianità, non riesce ad incidere nel difficile negoziato tra governo e ribelli siriani e, a un livello politico-diplomatico che sarebbe decisivo, tra Stati Uniti e Russia».
L'arcivescovo ha segnalato che Damasco ha accolto l'appello della Comunità di Sant'Egidio e dell'inviato Speciale De Mistura per congelare l'assedio intorno ad Aleppo e consentire il cessate il fuoco e corridoi umanitari, ma che non è ancora registrato il consenso delle controparti ribelli e jihadiste. Per questo, ha auspicato da parte dell'Italia e degli altri Paesi europei un sostegno alla permanenza dei cristiani nella regione ma anche una politica dei visti mirata alla crisi siriana, che consenta soprattutto ai credenti perseguitati di accedere allo status di rifugiato e di non cadere nelle mani dei trafficanti di essere umani.
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