change language
ets dins: home - recull de premsa newslettercom contactar-noslink

Ajuda la Comunitat

  
9 Setembre 2017

Nel luogo che ricorda gli ebrei deportati nei campi di sterminio 300 metri quadri sono stati dedicati a ospitare e aiutare chi è fuggito da guerre e persecuzioni

Al Binario 21 dove i migranti trovano un rifugio

Volontari di tutte le fedi ogni sera da due mesi distribuiscono pasti caldi e offrono un letto ai richiedenti asilo

 
versió per imprimir

 La paura è nello sguardo di Ousmane, seduto su una branda al memoriale della Shoah, gli occhi sbarrati, assenti. Viene dalla Guinea, come diversi altri nel centro d'accoglienza di piazza Sraffa, sul lato destro della Stazione Centrale. Dice di avere 17 anni, ma secondo la prefettura potrebbe averne 20, quindi nessun diritto all'accoglienza nelle comunità per "minori stranieri non accompagnati", anche se i suoi amici raccontano che Ousmane sta «male nella testa» e che, se verrà espulso, potrebbe non reggere al nuovo trauma, dopo la morte dei parenti, la prigionia in Libia, la fuga verso l'Italia col gommone spiaggiato a Catania. Lo accudiscono i volontari della comunità di Sant'Egidio, che in questa notte di inizio settembre aprono le brandine e distribuiscono i pasti caldi per 50 richiedenti asilo.
Fra loro, una donna, diversi minorenni, anche Samrawit, una bambina di 12 anni, scappata dall'Eritrea col fratello maggiore di 17 anni, Kaleb. Sono in viaggio da tre anni e sognano la Svizzera, dove da quattro anni è rifugiata la mamma. I volontari li hanno trovati su un treno, ieri pomeriggio, e i due ragazzini hanno spiegato di essere stati un mese a Caltagirone e poi di essere scappati per venire a Milano, nella speranza di riuscire a passare il confine. Sono storie così quelle che hanno raccolto qui, ogni sera, gli 800 volontari di ogni fede e nazionalità, che si sono dati il cambio, da ormai quasi due mesi, nel dormitorio ricavato accanto al "binario 21", dove fra il '44 e il '45 vennero deportati verso i campi di sterminio nazisti migliaia di ebrei. Il presidente Roberto Jarach ha deciso tre anni fa di aprire ai profughi le porte di questo luogo, visitato l'anno scorso da 26mila studenti e 8mila cittadini. Ha transennato un lato del museo e riservato 300 metri quadri all'accoglienza dei migranti che vagano in stazione, un'emergenza iniziata nel 2013 e mai finita, nonostante il blocco degli sbarchi dalla Libia.
Quest'estate il Comune ha chiuso l'hub che era in via Sammartini e chi arriva in treno viene indirizzato al Memoriale, dove operano secondo il verbo laico della solidarietà molte comunità religiose - ebrei, cattolici, luterani, anglicani, islamici - ma non istituzioni pubbliche. Chi arriva qui, racconta la sua storia, spera di trovare un tetto. «A regola, la permanenza massima sarebbe di tre giorni, ma alcuni ragazzi sono qui da molto più tempo, alcuni addirittura da luglio, quando abbiamo aperto», racconta Stefano Pasta responsabile dell'accoglienza per Sant'Egidio, coordinatore di un team eterogeneo di volontari, che fanno capo a varie parrocchie come al movimento Genti di Pace, fino alle comunità straniere, sudamericani e islamici in testa. Quest'anno c'è anche un rom ad accogliere i rifugiati.
Ogni sera alle 20 si aprono le porte ed entrano i ragazzi. Ahmed, 23 anni, libico, parla con Said, uno dei mediatori culturali: «Fatemi restare qui ancora qualche giorno, non voglio finire in strada, non voglio tornare nel mio Paese, lì c'è solo guerra e morte». Tutti quelli che sono passati dalla Libia ripetono «tortura», hanno gli stessi sguardi spaventati se gli chiedi che cosa succede li, in quelle prigioni a cui approdano tutti quelli che si sono messi in viaggio sperando di fuggire a un destino di fame e di morte. Ormai, di siriani ce ne sono pochi, la maggioranza dei 2mila che sono stati ospitati al Memoriale, dal 14 luglio a ieri, arrivano da Eritrea, Somalia, Etiopia, e poi da Sudan, Camerun, Congo, Togo, Guinea, Senegal e altri stati del Centrafrica.
«La xenofobia è contagiosa, ma lo è anche la solidarietà
» - dicono Stefano Pasta e Ulderico Maggi di Sant'Egidio, circondati da volontari sorridenti, giovani e adulti, uomini e donne, gente che cerca con pazienza di capire di che cosa abbia bisogno ogni ospite, quali documenti procurarsi per loro, dove cercare di farli arrivare. Il giorno dopo, ci sarà chi accompagnerà i richiedenti asilo in Questura a fare pratiche, a cercare di evitare l'espulsione, a spiegare che «dietro a ogni numero, a ogni richiesta d'asilo, c'è una storia di dolore e di speranza».
È anche questo un pezzo di città, anche se nessuno se ne accorge, nel buio della notte, dietro alla Centrale, senza clamori e riflettori. «Nell'Europa dei muri e deí respingimenti, qui c'è un mondo che vuole aiutare i migranti - spiega Pasta - E non è casuale che questa iniziativa sia in un luogo così significativo, sotto alla scritta "indifferenza" che c'è all'ingresso di questo memoriale». Qui al contrario, nessuno sforzo viene lasciato intentato. Lo sa Abdul, 26 anni, sudanese, che dopo un mese e mezzo al Binario 21, è stato accolto in casa di un pastore luterano di Venezia. Eppure, il Comune non spende un euro per questo progetto, anche se molti qui sono inviati dal Centro aiuto di via Ferrante Aporti. Jarach mette 25mila euro all'anno per coprire i costi e altri 20mila li spende Progetto Arca per i pasti caldi. Gianluca Oss Pinter e Rosamaria Vitale, volontari in servizio all'ex hub di via
Sammartini (oggi diventato centro d'accoglienza a numero chiuso), ogni sera arrivano qui, a visitare i profughi: »Ogni giorno c'è una nuova emergenza, un nuovo dramma da risolvere. Noi non ci tiriamo indietro, questa è casa nostra, il nostro mondo».


 LLEGIR TAMBÉ
• NOTÍCIES
1 Febrer 2018
BARCELONA, ESPANYA

Més dificultats pels més pobres per trobar, conservar o quedars-e en una casa

ES | CA
1 Febrer 2018
BARCELONA, ESPANYA

Presentació de la guia "ON menjar, dormir, rentar-se 2018" per a les persones sense sostre de Barcelona

IT | ES | CA
18 Desembre 2017

Dia Internacional dels drets dels migrants: per una cultura del diàleg, de l'acollida i de la inclusió

IT | ES | DE | FR | CA
28 De Novembre 2017

Refugiats, corredors humanitaris: dijous arriben els primers refugiats de l'Àfrica

IT | ES | CA
22 De Novembre 2017

També Bèlgica obre corredors humanitaris per als refugiats

IT | ES | DE | FR | PT | CA | NL | RU
7 De Novembre 2017
BANGLADESH

Primeres ajudes de Sant'Egidio per als refugiats rohinyás arriben als camps de Bangladesh

IT | ES | DE | FR | CA | NL | RU
totes les novetats
• PREMSA
13 Març 2018
RP ONLINE

Flucht, Abi, Studium

21 Febrer 2018
OnuItalia

Rohingya: la crisi nei colloqui di Sant’Egidio con la premier del Bangladesh

15 Febrer 2018
La Nazione

Un pasto per chi non ha nulla. Ecco come si può dare una mano

14 Febrer 2018

Der Weg bleibt beschwerlich

4 Febrer 2018
FarodiRoma

Raid xenofobo a Macerata. La Comunità di Sant’Egidio conforta i feriti

2 Febrer 2018
el Periódico

La brújula de los sintecho

tota la ressenya de premsa
• NO PENA DE MORT
10 Octubre 2017

Nella Giornata mondiale contro la pena di morte visitiamo i condannati più poveri in Africa

15 Abril 2017
ESTATS UNITS

Fermate le esecuzioni in Arkansas in seguito all'esposto di un'azienda farmaceutica

18 Febrer 2016
ROMA, ITÀLIA

IX Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia per un mondo senza pena di morte, il 22 febbraio a Roma

27 Octubre 2015
JAPÓ

Il supplizio di Iwao, da 47 anni nel braccio della morte

20 Octubre 2015
JAPÓ

Giustizia e diritti umani per una società senza pena di morte - #NoJusticewithoutlife in Giappone

10 Octubre 2015
ESTATS UNITS

La Comunità di Sant'Egidio lancia la prossima "Giornata Mondiale delle città per la vita"

5 Octubre 2015
EFE

Fallece un preso japonés tras pasar 43 años en el corredor de la muerte

12 Març 2015
Associated Press

Death penalty: a look at how some US states handle execution drug shortage

12 Març 2015
AFP

Arabie: trois hommes dont un Saoudien exécutés pour trafic de drogue

9 Març 2015
Reuters

Australia to restate opposition to death penalty as executions loom in Indonesia

9 Març 2015
AFP

Peine de mort en Indonésie: la justice va étudier un appel des deux trafiquants australiens

9 Març 2015
AFP

Le Pakistan repousse de facto l'exécution du meurtrier d'un critique de la loi sur le blasphème

anar a cap pena de mort
• DOCUMENTS

TEMA: Qué son los corredores humanitarios

tots els documents

FOTOS

912 visites

830 visites
tots els mitjans de comunicació afins