Le vie del centro si tingono dei colori della pace. Numerosi parmigiani ieri pomeriggio hanno preso parte alla tradizionale Marcia della pace, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio. Al termine della messa in Cattedrale, presieduta dal vescovo Enrico Solmi, è partito il silenzioso corteo che ha percorso il tratto di strada che collega la chiesa madre della diocesi a piazza Garibaldi.
A guidare la marcia, illuminata da numerose fiaccole, tanti bambini. Alcuni di loro tenevano in mano striscioni con slogan per la pace nel mondo, altri cartelloni con i nomi degli stati dove ancora manca la pace - a partire dalla martoriata Siria - altri ancora cartelli con le traduzioni della parola pace in numerose lingue.
Tra i partecipanti anche il vescovo Enrico Solmi. La marcia - che cade nella giornata della pace, quest'anno intitolata «La non violenza: stile di una politica per la pace» - si è conclusa con la testimonianza di un profugo del Mali, ospite dell'associazione San Cristoforo di don Umberto Cocconi. Il giovane ha sottolineato come si possa costruire la pace, non con una rivendicazione violenta dei propri diritti, ma contribuendo tutti alla realizzazione di una città e società migliore. Alcuni profughi ospitati dall'associazione San Cristoforo infatti hanno dato man forte ai volontari della Comunità di Sant'Egidio durante il pranzo di Natale, servendo le varie portate agli ospiti.
Lo hanno fatto per rivolgere il proprio grazie alla città, all'accoglienza che gli è stata riservata, ma anche per contribuire alla costruzione di un futuro migliore per Parma.
Luca Molinari
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