Una grande corona di preghiera per la pace ha avvolto martedì 1° ottobre Roma. Tutti lì, in piazza del Campidoglio, esponenti delle religioni mondiali, ma anche uomini e donne di buona volontà, intellettuali e politici di diversi Paesi del mondo per dire che "la guerra si vince solo con la pace". "Il coraggio della speranza" s'intitolava quest'anno l'incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant'Egidio a Roma. E di speranza parlano i leader religiosi nell'appello finale. "Sentiamo che questo è un tempo opportuno per una rivolta della speranza, che cominci da noi stessi". "Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Niente è impossibile se pratichiamo il dialogo. Preghiera e dialogo crescono o deperiscono insieme. Noi, uomini e donne di religioni diverse, da Roma, vogliamo impegnarci a far crescere questo grande movimento per la pace".
In piazza c'era anche Domenico Quirico, il giornalista de "La Stampa" rapito per 5 mesi in Siria. Ha raccontato la sua esperienza nei "Paesi del male" che sono "quelli - ha detto - in cui la differenza tra un uomo e un altro è data dall'avere o no un kalashnikov. Ho trovano uomini, donne, bambini, vecchi in cui l'umanità è stata scorticata per far emergere sotto la disperazione, la sofferenza e il dolore". "Eppure - ha continuato - sempre ho trovato anche la banalità del bene, persone che senza interesse, senza trarne vantaggio, hanno compiuto gesti di bontà". "Una nuova responsabilità" cade sugli uomini e le donne di fede: quella, ha detto Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, di "opporre dolcemente e fermamente al terrorismo religioso e alle seduzioni della violenza la pace delle religioni". (M.C.B.)