FLAVIO Insinna, che Natale è stato per lei questo del 2014?
«Ho sempre l'imbarazzo a dirlo, sembra di pavoneggiarsi, però leggendo questa intervista magari qualche indeciso si convince e ci raggiunge l'anno prossimo. Siccome non ho famiglia né figli, ormai da qualche anno io passo il 25 dicembre alla comunità di Sant'Egidio a Santa Maria di Trastevere per servire il pranzo ai poveri. Al di là di credere o non credere, è un universo che ti si schiude davanti: ci sono rom, italiani, ci sono i nuovi poveri che sono magari padri separati che non sanno dove dormire, l'anno scorso c'era una signora elegante con il filo di perle. Perché alcuni vengono anche soltanto per non stare da soli, magari il figlio e la nuora sono a sciare, e di mamma chi se ne frega. Poi ci sono i senzatetto, magari con il carrello pieno delle loro cose parcheggiato fuori. Il momento in cui scartano i regali è emozionante: ci sono sciarpe, trapunte, scarpe, giocattoli per i più piccoli. La chiesa è un posto meraviglioso, un simbolo di fratellanza, a prescidendere, ripeto, dalle proprie convinzioni religiose. Oltre a me ci sono altri personaggi famosi, anche qualche politico, e questo si traduce in un aiuto non solo materiale ma anche psicologico, è un modo per dire loro che non sono soli, che non li hanno abbandonati tutti».
Un Natale dedicato agli ultimi.....
«A Santo Stefano, invece, si pranza a Regina Coeli. Nelle piazzette interne, veramente anguste, dove si muore di freddo. L'anno scorso abbiamo organizzato uno spettacolo, con un complessino e un mago. Doveva vedere come partecipavano, con i cori, battevano il tempo sulle note di "Che confusione... sarà perché ti amo", c'era anche il direttore che a un certo punto mi ha detto: "Complimenti, questi hanno bisogno di un po' di evasione, almeno di questo tipo...". Io ho fatto tanti spettacoli nella mia vita, ma una botta di adrenalina così non l'ho mai avuta. Perché in fondo la nostra Costituzione dice che dovremmo mandarli fuori meglio di come sono entrati, e purtroppo non è sempre così. Spesso penso che se mi trovassi in un altro Paese e mi arrestassero, quando esco il primo giorno vado alla mensa dei poveri, il secondo dai frati, ma al quarto è chiaro che scavalco un cancello per andare a rubare nelle case... quando hanno fame, i lupi scendono a valle». (.............)
PIERO DEGLI ANFONI
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