La pace ha il nome di chi la costruisce, di quelli di cui non si sa il nome ma sono custoditi in una memoria viva, tenace, non disincantata Torna oggi, lunedì 29 maggio, la Giornata cittadina per la Pace, nata per ricordare il primo bombardamento di Livorno del 28 maggio 1943 e promossa dalla Comunità di Sant'Egidio con il Comune di Livorno, insieme alla Diocesi, alla Fondazione Livorno e all'Istoreco.
All'appuntamento, con inizio alle 17 in Piazza del Municipio, ci si è preparati con un coinvolgimento particolare delle scuole elementari Benci, Bini e D'Azeglio, dove Sant'Egidio nelle scorse settimane, ha accompagnato anziani livornesi, profughi e richiedenti asilo, scappati dalle guerre del presente, per raccontare le loro storie di vita, sotto i bombardamenti, o in fuga sui barconi in cerca di una vita migliore. Ogni racconto è un po' una parabola, che rimane nella memoria e orienta nel tempo.
Ed è ciò che hanno potuto ascoltare e far proprio oltre mille bambini. «I bambini in Italia sono fortunati ha spiegato Sherish, pakistana perché non devono avere paura di andare al mercato,a scuola, al parco. E` bello vivere così in pace, senza violenza». «Bisogna ricordarci di chi a Livorno è stato tanto male per la guerra e sperare che anche in tanti paesi la guerra finisca», le hanno fatto eco i bambini delle scuole.
Alle 17, dunque, partenza, poi prima tappa in piazza Duomo; la seconda in via di Franco, la terza in via Cairoli angolo via dei Lanzi, quindi piazza Cavour e, intorno alle 18.30, agli Scali d'Azeglio dove si trovava il rifugio antiaereo che crollò con il bombardamento del 28 maggio '43,e dove morirono un centinaio di civili che vi si erano rifugiati. «L'enormità della deflagrazione ricordano i promotori - rese impossibile la rimozione dei corpi. Molti di essi non hanno ancora un nome».
MICHELE BRANCALE
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