Per prima cosa «vorremmo mandare i bambini a scuola». Un sogno, semplice, dopo tanta sofferenza, quello che custodisce Kadija, giovane mamma somala, per i suoi 5 figli. È una dei 25 profughi sbarcati ieri all'aeroporto di Fiumicino, grazie al protocollo d'intesa con lo Stato italiano, siglato dalla Cei - che agisce attraverso Caritas e Fondazione Migrantes - e dalla Comunità di Sant'Egidio. Con il nuovo corridoio umanitario, finanziato con l'8xmille, si prevede il trasferimento dall'Etiopia di 500 profughi in due anni.
Tanti i bambini sul volo da Addis Abeba: tra i più piccoli c'è Jonathan, due anni il 7 dicembre, per nulla intimorito dai flash, che saluta e gioca con le telecamere. «La speranza è che questa esperienza possa diventare una prassi consolidata, affinché chi ne ha bisogno possa riuscire a vivere con dignità», auspica monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. «Sarete accolti nel cuore dell'Italia che è la famiglia, da famiglie come voi e dalle comunità cristiane», dice dando il benvenuto agli etiopi Marco Impagliazzo, presidente di Sant'Egidio, insieme al direttore generale per le Politiche Migratorie del ministero degli Esteri, Luigi Vignali.
Valeria Costantini
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