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26 Tetor 2013

Il diffondersi anche nel nostro Paese delle bande di «latinos»

I giovani si strappano alle «maras» dando risposte e offrendo modelli

 
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Le cronache riportano, di tanto in tanto, la notizia dell’esistenza a Milano e in altri luoghi di bande di giovani, di origine latinoamericana, che partecipano alle cosidette maras, tristemente famose in Salvador e in altri Paesi del Centroamerica. Le maras sono bande nate tra gli immigrati latinos negli Stati Uniti. Giovani impauriti ed emarginati, figli della guerra civile nel caso del Salvador, che vivono la fascinazione della società 'affluente' nordamericana e che, non potendo replicarne gli stili di vita, finiscono per imitarne gli aspetti più estremi, tra cui la violenza e il mito del denaro.

Dagli Stati Uniti il fenomeno si è diffuso nei contesti centro e sudamericani. Le gang hanno iniziato ad affiliare gli adolescenti, a dedicarsi ad attività criminali, a proporre una cultura della vida loca, come titola uno dei più conosciuti film dedicati alle maras . Chi lavora per rispondere alle tante emergenze educative del nostro mondo, chi ha a cuore il futuro delle giovani generazioni, ha ben presente il pericolo di un modello culturale così tragico e violento. È triste vedere come tanti giovani s’indirizzino non verso un associazionismo sano, solidale, desideroso di cambiare in meglio la società, bensì verso una rete di sopraffazione, di degrado, di morte. Ho personalmente conosciuto William Quijano, della Comunità di Sant’Egidio di Apopa in Salvador, ucciso il 28 settembre 2009 in circostanze misteriose, probabilmente per mano di una delle maras che imperversano in quel Paese centroamericano. Quelle stesse maras cui lui cercava, con il suo lavoro civile – era promodor sportivo per il comune di Apopa – e con il suo impegno cristiano – tramite la Scuola della Pace di Sant’Egidio – di strappare i più giovani. È sempre più evidente ormai la fragilità dei giovani urbanizzati, che è carenza di modelli di riferimento buoni, povertà culturale, vuoto di valori, alla fine facilità a essere fagocitati da modelli violenti.

L’espansione delle maras tra i giovani immigrati latinoamericani in Italia è allora un segnale da non sottovalutare, che ci avverte dello spaesamento di tanti giovani e dello sfilacciamento del nostro tessuto di convivenza. Non è solo un problema che riguarda gli immigrati. È la questione dei nostri giovani, delle nostre periferie. C’è tutta una fascia d’età che cerca confusamente modelli e non li trova, se non quelli violenti o volgari del capobanda. C’è tutto un mondo minorile che ha a casa più televisioni che libri. Questo incide, e pesantemente, sulla strada che quei giovani, prenderanno nel futuro. La responsabilità di tutti noi – istituzioni, società, scuola, famiglie – è grande. Sta a noi prendere sul serio le giovani generazioni, fornire esempi, prestare ascolto, suggerire parole e percorsi.

C’è bisogno di un grande investimento culturale, che aiuti a recuperare la centralità di idee e di valori in un mondo che è senza centro, che è tutto 'periferico', e dove si può essere tentati di recuperare una propria centralità, una propria visibilità, con la violenza, con la contrapposizione, con la fuga. Dobbiamo impedire che le nostre periferie vadano alla deriva. Spesso oggi sono deserti d’individui. L’integrazione va promossa con più forza e più intelligenza: riguarda gli stranieri e gli italiani. Insieme. Da soli siamo tutti più deboli. E ciò è vero soprattutto per i più giovani. Per coloro i quali sentono più acuta la domanda di senso, e più forte, di conseguenza, il vuoto di risposte. I giovani hanno voglia di legami a tutto campo, di riferimenti, che siano forti e saldi. C’è da far crescere il senso di un legame reciproco, di un legame con la gente, con le altre generazioni – in particolare con gli anziani – con le tante articolazioni della società. C’è da ritessere un tessuto umano che è stato poco coltivato. Perché è sicuro: da soli non ci si salva, e non si vince quasi mai; insieme ci si salva, e si vince sempre.


 LEXO EDHE
• LAJM
25 Dhjetor 2017

Merry Christmas from the Community of Sant'Egidio!

IT | EN | ES | DE | FR | PT | CA | NL | RU
9 Tetor 2017
ROMA, ITALI

Dialogue among religions and commitment to refugees in the talks with the Foreign Minister of Indonesia at Sant'Egidio

IT | EN | NL | ID
9 Tetor 2017
ROMA, ITALI

German President Steinmeier visits the Community of Sant'Egidio: ''make the world a peaceful place''

IT | EN | DE | ID
9 Shtator 2017

Marco Impagliazzo: Let's open Paths of Peace in Europe and in the world. #pathsofpeace - VIDEO

IT | EN | ES | NL
13 Korrik 2017
LILONGWE, MALAVI

Let's fill the gap with the poor: Sant'Egidio in Lilongwe renewes the commitment of the poorest in Malawi

IT | EN | ES | DE | NL | ID
12 Qershor 2017
NJU JORK, SHTETET E BASHKUARA

Marco Impagliazzo at UN Security Council on Central African Republic issue. VIDEO

IT | EN | ES | DE | FR | NL
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'Siamo qui, siamo vivi. Il diario inedito di Alfredo Sarano e della famiglia scampati alla Shoah'. Colloquio sul libro

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Pace in tutte le terre a San Salvador

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Speech of Marco Impagliazzo at the UN Security Council on the situation in the Central African Republic

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