La Comunità di Sant'Egidio ha tenuto vivo negli ultimi trenta anni lo spirito del-la giornata di preghiera e di digiuno per la pace. L'iniziativa fu promossa da San Giovanni Paolo II, che dichiarò: "Tutti gli uomini e le donne in questo mondo hanno una natura comune, un' origine comune, un destino comune" (Assisi, 27 ottobre 1986). Il dono della vita e il dono della pace vanno di pari passo. Non possono essere separati, perché l' uno sostiene e protegge l' altro, ne rende possibile la realizzazione e la crescita.
Anche se il modo di comprendere e di insegnare il valore della vita non è esattamente lo stesso in tutte le tradizioni religiose presenti in Asia, la vita è sacra per tutti i credenti di tutte le religioni. Nella coscienza religiosa asiatica la persona umana ha una posizione speciale nell'universo. La nascita dell'uomo è considerata un mistero che nessuna razionalizzazione può spiegare.
Perciò il mistero della vita, dal momento del concepimento alle successi-ve fasi dopo la nascita, è sempre accompagnato da riti e preghiere. La nascita umana è allo stesso tempo parte e culmine del fenomeno cosmico della nascita di ogni essere. La donna incinta è come la madre Terra che pazientemente por-ta su di sé tutti gli esseri viventi.
Il mondo degli esseri umani non è caratterizzato solo da ciò che essi fan-no, ma anche da ciò che amano, da tutto quanto contribuisce a una vita armo-niosa, civile e felice. I popoli asiatici hanno un profondo senso del divino che si esprime in molti modi nei loro testi religiosi, negli insegnamenti e nei riti. Per loro la divina provvidenza è più che una benigna sorveglianza, è direzione data allo sviluppo di tutte le creature, ciascuna secondo la propria natura.
Vi parlerò di alcune questioni di interesse comune riguardo ai valori della vita in Asia e di quanto potrebbero fare i credenti delle diverse religioni, indivi-dualmente e insieme. La prima questione è la posizione delle donne, che, nella maggior parte delle culture asiatiche, ancora non hanno ottenuto la dignità che Dio assegna loro. La discriminazione e lo sfruttamento delle donne in alcune società estremamente patriarcali sono un vero scandalo. Migliaia di feti fem-minili abortiti ogni anno e la realtà delle spose bambine mostrano quanto le donne si trovino in una situazione di sottomissione.
Il lavoro minorile è una pratica diffusa in alcuni paesi asiatici caratteriz-zati da estrema povertà. Bambini che dovrebbero essere a scuola svolgono la-vori servili e miserabili, in condizioni disumane, nei campi, nelle fabbriche, nel-le case. Povertà e privazioni favoriscono il traffico di esseri umani, il coinvolgi-mento di bambini, adolescenti e adulti nell'industria del sesso, la pornografia infantile. I bambini sono le maggiori vittime delle guerre, che li lasciano trau-matizzati da migrazioni forzate e dal frastuono delle armi. Crescono come "figli di guerra", sviluppo e crescita seriamente compromessi. Alcuni sono persino arruolati a forza come bambini soldato.
La varietà di razze, gruppi etnici e culture nell'Asia centrale, nell' Asia del Sud, nell'Asia orientale e in quella del Sud-Est, nelle pianure e nelle montagne, dovrebbe essere motivo di gioia e di orgoglio. Grande è la ricchezza del mosai-co umano che il nostro Creatore ha regalato all'Asia.
Ma non sempre regnano pace e armonia. Scontri etnici e culturali violen-ti, spesso accentuati da componenti politiche e religiose, punteggiano il territo-rio asiatico. In parti dell'Asia del Sud e del Sud-Est famiglie cristiane sono dovu-te fuggire dalle loro case, sotto la pressione di radicali e bigotti. Ci sono stati massacri. Edifici di culto sono stati rasi al suolo. Credenti di diverse tradizioni religiose vivono in condizioni di ansia, insicurezza e paura, sotto la minaccia di una ideologia fondamentalista che non accetta il pluralismo religioso. Purtrop-po l'intolleranza religiosa più aggressiva è in crescita in molti paesi asiatici.
Ci sono certamente differenze economiche fra le diverse aree, ma una povertà abietta, schiacciante e pervasiva è la condizione di milioni di famiglie, soprattutto nell'Asia del Sud e del Sud-Est. Sono spesso sottostimati gli effetti negativi della globalizzazione economica su famiglie povere che non sono in grado di competere con i ricchi e i potenti. Nell'impossibilità di accedere ai frutti dello sviluppo economico che avvantaggiano solo gli strati superiori delle società asiatiche, le famiglie povere sono costrette a cercare un futuro migliore nei grandi centri urbani o emigrando verso i paesi più prosperi, come Singapo-re, la Tailandia, la Malaysia, l' Asia orientale o il Medio Oriente.
Queste migrazioni interne o internazionali si ripercuotono pesantemen-te sull'equilibrio sociale delle famiglie. I legami coniugali e familiari vengono spezzati dalle assenze prolungate. I figli crescono senza il sostegno di entrambi i genitori. L'amore non può essere espresso con le rimesse inviate a sostegno delle famiglie.
Per di più molti migranti subiscono trattamenti disumani che hanno fat-to parlare di nuove forme di schiavitù.
D' altra parte la ricerca di una vita migliore conduce talvolta a una sma-nia di beni di lusso e di stili di vita che sfocia in una visione ristretta e utilitari-stica della famiglia. L' autorealizzazione in chiave materialistica e carrieristica del marito e della moglie indebolisce il legame coniugale e porta alla scelta del figlio unico come modello ideale. Il dono divino della procreazione si perde nel-le ambizioni di carriera e di arricchimento.
Gravi sono le conseguenze per le famiglie coinvolte in conflitti armati, guerre, rivolte, atti di terrorismo e scontri etnici, culturali e religiosi. Violenze e conflitti che provocano migrazioni forzate di migliaia di famiglie in cerca di luo-ghi più sicuri e che sono fonte di ulteriori risentimenti alimentati da pregiudizi e discriminazioni.
Enormi sono gli effetti dei disastri naturali e dei cambiamenti climatici generati dal riscaldamento globale. Il continente asiatico è soggetto a tifoni, al-luvioni e fenomeni di erosione di violenza e frequenza crescenti, a forme e-streme di siccità, a effetti di El Niño e La Niña sempre più prolungati. La distru-zione dei raccolti e la dislocazione delle popolazioni portano povertà e priva-zioni.
In molti paesi asiatici la cultura globale emergente del secolarismo postmoderno sta avendo un impatto negativo sui tradizionali valori a favore della vita e indebolendo la religiosità, come è già successo in molti paesi svi-luppati dell'emisfero settentrionale. L'aspirazione a standard di vita più alti si traduce in minore rispetto per gli anziani e i disabili, visti come un onere per le famiglie e per la società. Valori religiosi come la semplicità sono sostituiti dal consumismo. Nel linguaggio di Papa Francesco, sta emergendo una cultura del-lo scarto.
Anche la rivoluzione digitale allenta i legami tra gli individui. Non è raro vedere i componenti di una famiglia riuniti insieme ma intenti ciascuno a scri-vere messaggi sul telefono cellulare. Telefonini e i-pads soffocano i valori uma-ni di rispetto reciproco. L' individualismo allontana i giovani dal valore del bene comune.
Le religioni in Asia sono una grande forza e un' ispirazione per la gente. Pro-pongo con forza che, invece di lavorare separatamente per affrontare le sfide che ho appena elencato, i credenti delle diverse religioni si incontrino per pia-nificare metodicamente le azioni che ogni comunità religiosa può intraprende-re, da sola o in collaborazione con le altre, per realizzare rimedi efficaci nelle diverse situazioni locali. La maggior parte delle religioni presenti in Asia sono nate nel continente e quindi affondano le loro radici in un comune antico ethos religioso. La religiosità è un fatto naturale per gli asiatici. Affrontare le sfide con uno sforzo interreligioso comune non solo arricchirà la vita di ogni asiatico ma trasformerà l' Asia in un faro per il resto del mondo.
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