I.
Signore e signori,
Cari ospiti del meeting internazionale “Sete di pace”,
Vorrei ringraziarvi per avermi invitato ad Assisi, nel luogo che Papa Giovanni Paolo II scelse per celebrare la prima giornata mondiale di Preghiera per la Pace con tutte le religioni trent’anni fa. In questi tempi, noi non abbiamo bisogno di niente di più urgente della preghiera comune per la pace perché c’è una grande sete di pace. L’umanità soffre per l’odio, la violenza e il terrorismo; la gente teme per le propria vita, è costretta a fuggire dalla propria terra e ad annegare nel tentativo di raggiungere la libertà attraverso il mare.
Vengo dalla Germania, dalla capitale Berlino. Berlino è la città che ha avuto l’esperienza della caduta del Muro quasi 27 anni fa, un muro che separava due sistemi politici inconciliabili. Conosciamo il filo spinato e le “strisce della morte”, i cani da guardia e le guardie di frontiera che sparano ai rifugiati. Tuttavia, siamo grati che la Porta di Brandeburgo sia stata aperta dopo di allora. E’ diventata un simbolo di libertà che attrae la gente da tutto il mondo. A Berlino vivono insieme persone che hanno origini e religioni diverse.
Molti Berlinesi sono fieri che “il mondo è a casa” nella nostra città, come usiamo dire. Dall’anno scorso, siamo stati pronti ad aiutare i rifugiati che sono venuti nel nostro paese. Questo aiuto è continuato a lungo. Come in molti paesi europei, ci sono persone che vogliono limitare il numero di stranieri che arrivano, chiudere le frontiere e rafforzare il nazionalismo.
Quali opportunità e quali problemi di convivenza tra persone che hanno religioni e culture diverse vedo nella metropoli di Berlino? C’è un nuovo senso di comunità che è basato su rapporti rispettosi tra tutti e sulla stima per le rispettive religioni e culture?
II.
Credo che la Germania sia ben preparata a sviluppare un simile senso di comunità. C’è la nostra costituzione che protegge particolarmente la dignità dell’uomo. Questo include due diritti fondamentali.
Primo: “La dignità dell’uomo è inattaccabile. Deve essere rispettata e protetta da tutte le autorità del governo” (Articolo 1,1). Questa dignità si applica a tutti, non soltanto a coloro i cui genitori o nonni hanno vissuto in Germania, e non soltanto a coloro che appartengono alla religione maggioritaria, che sia cattolica o protestante.
Secondo: “Le persone perseguitate per motivi politici godono del diritto di asilo” (Articolo 16a).
Questi diritti fondamentali si basano sulla nostra esperienza storica. Durante il periodo del nazionalsocialismo, la gente era discriminata, espulsa e uccisa in maniera crudele perché non apparteneva alla “comunità nazionale”.
Oggi noi in Germania dobbiamo difendere questi diritti con molto chiarezza e decisione contro l’estremismo di destra che crea la paura dello straniero, e cerca di rendere accettabili alla società mentalità e termini che hanno origine nel nazionalsocialismo e in un nazionalismo esasperato.
III.
Dobbiamo vincere le tendenze nazionaliste accentuando le opportunità di convivenza tra persone che hanno culture e religioni diverse. Ci sono evidenti opportunità:
A Berlino, abbiamo l’esperienza di gente giovane e creativa che viene nella nostra città: musicisti, artisti e giovani imprenditori che sviluppano nuove idee, fondano start-up e, naturalmente, vivono e lavorano insieme pur provenendo da ogni parte del mondo e rappresentando diverse culture, religioni e visioni della vita.
Siamo felici che la comunità ebraica cresca e che ci sia stato un corso accademico di formazione per rabbini a Postdam, vicino Berlino, per la prima volta nella storia del nostro paese.
L’Università Humboldt di Berlino programma di fornire una collocazione alla teologia islamica per formare insegnanti musulmani ed imam.
Sperimentiamo che molte chiese cristiane di altre origini e lingue vengono fondate a Berlino. Infatti oggi ci sono 14 comunità protestanti coreane a Berlino
Molte di queste comunità di altre lingue sono state riunite in un consiglio ecumenico.
Sosteniamo il dialogo interreligioso con le comunità delle moschee musulmane. Mostrando nella società la loro fede in una maniera più aperta, i musulmani hanno iniziato un confronto su quanto la religione può e deve essere presente nella vita pubblica del nostro paese. In realtà questo sfida noi cristiani a venire fuori dal nostro guscio e a comunicare la nostra fede. Inoltre sfida il governo a permettere che le chiese cristiane e le comunità e associazioni musulmane contribuiscano alla vita sociale, assumendosene tutti i diritti e doveri.
Sabato scorso, 17 settembre, la “Lunga notte delle religioni” ha avuto luogo a Berlino per la quinta volta consecutiva. Quasi novanta gruppi religiosi con le loro rispettive denominazioni, così come gruppi spirituali e iniziative interreligiose hanno aperto le porte di moschee, chiese, sinagoghe, templi e sale parrocchiali e invitato la gente a visitarli.
Tutto questo ci dimostra che c’è davvero il senso nuovo di una convivenza rispettosa tra culture e religioni diverse a Berlino.
IV.
Tuttavia ci sono gravi problemi che ci preoccupano.
Dobbiamo far fronte alla paura provata dalla nostra popolazione che i rifugiati e immigrati favoriscano l’entrata nel nostro paese di forze terroristiche e che minaccino la nostra prosperità.
Sentiamo che questa paura viene alimentata deliberatamente, anche in luoghi in cui non sembra ci sia affatto motivo. Un nuovo partito conservatore di destra, Alternative für Deutschland, ha ottenuto quasi il 20% dei voti nelle ultime elezioni di uno dei sedici stati federali tedeschi, il Meclemburgo-Pomerania, nonostante questo stato abbia accolto solo un piccolo numero di rifugiati che potrebbe essere integrato senza alcun problema.
Notiamo che i conflitti di altri paesi sono stati portati nella nostra terra, per esempio il confronto tra l’attuale governo turco e il movimento del predicatore Gülen. Come Chiesa Evangelica di Berlino sosteniamo il dialogo con entrambi, gli imam turchi legati al governo e l’associazione legata al movimento di Gülen – e vogliamo mantenere la porta aperta per il confronto.
V.
Allo scopo di sostenere un nuovo senso di convivenza, l’Arcivescovo cattolico di Berlino ed io, insieme all’Associazione di volontariato protestante, la Caritas cattolica, e l’Unione dei Sindacati Tedeschi di Berlino, abbiamo presentato al pubblico lo scorso giovedì una “Alleanza per una Berlino cosmopolita e tollerante”. Tutte le associazioni di volontariato, i sindacati, i gruppi religiosi, i circoli di vario tipo della nostra città sono invitati a contribuire a questo progetto. Tale alleanza promuove il seguente programma:
“Berlino è una città cosmopolita e tollerante. Gente di diversa origine, cultura e religione vive insieme qui. Berlino è sempre cresciuta con l’arrivo di persone che sono state accolte ed integrate, ed anche attraverso il grosso numero di rifugiati arrivati. Tuttavia, notiamo che i messaggi populisti stanno sostituendo la ragione. Siamo seriamente preoccupati del fatto che gruppi di estrema destra sfruttino il tema dell’espulsione e degli immigrati per alimentare l’ostilità e per mettere in dubbio il nostro ordine democratico-costituzionale.
Come alleanza per una Berlino cosmopolita e tollerante, noi rifiutiamo fermamente ogni forma di odio, violenza, razzismo, xenofobia e offesa.
I rappresentanti della società civile si uniscono in questa alleanza. […] Ciò che ci unisce è vivere un atteggiamento cosmopolita e tollerante per strada e nelle piazze, a scuola e sul lavoro, nella casa di Dio, dove si pratica sport e nei negozi. Siamo uniti da un chiaro rifiuto dei comportamenti xenofobi, razzisti, anti-semiti, nazionalisti e inumani in questa città.”
Forgiando questa alleanza, vogliamo motivare la società civile a spendersi attivamente per una convivenza cosmopolita e tollerante.
VI.
Infine, vorrei parlarvi di un progetto molto speciale: a Berlino abbiamo a cuore il dialogo tra religioni. Vorremmo costruire una Casa dell’Unità, una casa per tre religioni, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Non vogliamo mescolare queste religioni, ognuna avrebbe il suo spazio di preghiera. Tuttavia, ci sarebbe una stanza al centro dell’edificio per l’incontro, il colloquio e l’insegnamento. Un bando internazionale, che ha ricevuto molta attenzione, ha ora un architetto vincitore. Abbiamo già raccolto adesioni e trovato partner in Georgia, Gerusalemme, Ruanda, Repubblica Centrafricana, Vienna, Londra, Stoccolma, Zurigo e Parigi. Ora abbiamo bisogno di sostenitori e collaboratori nel mondo musulmano che siano ispirati da questa idea.
Vogliamo dare al dialogo una casa nella città, proprio nel posto che ha visto la caduta del muro di Berlino.
Anche i muri che separano le persone appartenenti a religioni e culture diverse, e che li rendono nemici, devono cadere. Abbiamo bisogno di forza, impegno e perseveranza! Specialmente chi crede in un Dio buono e misericordioso che vuole il benessere di tutti è chiamato a dare speranza al mondo creando un nuovo senso di convivenza.