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19 Settembre 2016 16:30 | Sacro Convento, Sala Romanica

Intervento di Elisabeth Rasmusson



Elisabeth Rasmusson


Programma alimentare mondiale, ONU

 Eccellenze, distinti capi religiosi, signore e signori. Desidero ringraziare i nostri gentili ospiti: sono grata del vostro caldo benvenuto e vi faccio i complimenti per questo incontro straordinario, che arriva in un tempo critico e riunisce capi che sono fonte di ispirazione, per affrontare le questioni più vitali del nostro tempo.

 
Lasciatemi  evidenziare la grande importanza che do’ al ruolo fedele e profetico di questo incontro annuale di capi religiosi, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. 
 
Mentre i capi mondiali si incontrano all’Assemblea Generale dell’ONU questa settimana, per rilevare i progressi fatti verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili del 2030, questo incontro evidenzia i ruoli vitali che le istituzioni religiose svolgono nel portare la pace e la prosperità a tutti. E’ mio privilegio aiutare a stringere legami più forti tra le decisioni delle Nazioni Unite e le intuizioni che emergono dalle discussioni qui ad Assisi.
 
Il richiamo morale a nutrire gli affamati e a prendersi cura di coloro che sono poveri e vulnerabili è un valore condiviso dell’umanità che sta al cuore delle maggiori religioni mondiali. E’ adesso un impegno globale, concordato dagli stati membri delle Nazioni Unite al Summit sullo Sviluppo Sostenibile dello scorso anno.
 
Il fatto di nutrire gli affamati si fonda su secoli di esperienza e di insegnamenti religiosi. In tutto il mondo comunità ed organizzazioni di ispirazione religiosa nutrono gli affamati quotidianamente. Papa Francesco ha chiesto ripetutamente alla gente di pregare e lavorare per porre fine alla fame. 
 
Fino a quando la fame non sarà sconfitta, l’umanità non potrà vivere in pace. Per questo motivo la mia speranza è che il porre fine alla fame occuperà uno dei primi posti nell’agenda dei capi religiosi che pregano per la pace ad Assisi e delle comunità che rappresentano.
 
Un mondo senza fame è un obiettivo ambizioso e tuttavia perfettamente raggiungibile. Dobbiamo dedicarci a lavorare per questo scopo, identificando coloro che sono più nel bisogno e rimuovendo gli ostacoli e le ingiustizie che impediscono di raggiungere lo scopo più fondamentale: avere abbastanza da mangiare.
 
Con la vostra leadership spirituale e le vostre azioni caritatevoli, possiamo cambiare le vite dei  795 milioni di persone denutrite nel mondo.
 
Come ci ricorda Francesco d’Assisi, insieme possiamo  “cominciare col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e all’improvviso fare l’impossibile.” 
 
In questo panel rappresento le Nazioni Unite perché porre fine alla povertà e alla fame fa affidamento su partnership più forti tra capi religiosi, organizzazioni di ispirazione religiosa, le Nazioni Unite, attori privati e i governi. 
 
Molti di voi sono stati al Summit Umanitario Mondiale ad Istanbul, un evento storico convocato dal segretario generale Ban che ha riaffermato il nostro impegno collettivo all’umanità. Al Summit ci siamo impegnati, insieme, a tenere alti i principi della compassione, umanità ed imparzialità mentre forniamo assistenza e protezione umanitaria – in linea con i principi umanitari fondamentali.
 
Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha lasciato il Summit ispirato a collaborare in maniera più strategica con gli attori religiosi che influenzano e svolgono un ruolo nel trovare soluzioni al problema della fame.
 
Ogni anno il Programma Alimentare Mondiale assiste più di 80 milioni di persone nel mondo, in circa 80 paesi. Molto del nostro aiuto viene dato tramite organizzazioni di ispirazione religiosa. Tuttavia, al momento, raggiungiamo solo il dieci percento di coloro che hanno bisogno di aiuto per mangiare – insieme a voi potremmo raggiungerne molti di più.
 
Chiediamo a voi, capi religiosi, di mobilitare ancora di più la volontà pubblica e l’attenzione politica. Avete il potere di influenzare le autorità verso una condivisione più equa e sostenibile del cibo nella società, oltre ad avere le reti per raggiungere le persone più ai margini, nei posti più marginali.
 
Naturalmente nel Programma Alimentare Mondiale sappiamo che le organizzazioni di ispirazione religiosa già svolgono un ruolo vitale sul terreno. Lavoriamo da vicino con organizzazioni di ispirazione religiosa in più di 40 paesi. 
 
Un paese dove lavoriamo con una serie di partner di diverse confessioni è la Siria. Ad agosto il Programma Alimentare Mondiale e i suoi partner hanno distribuito pacchi di cibo ad oltre quattro milioni di persone,  utilizzando una varietà di metodi incluso operazioni tra stati confinanti, ponti aerei e lanci di vivere da alta quota. 
 
Le vite di più di 275.000 persone nella parte orientale della città di Aleppo sono in pericolo a causa della scarsità di cibo, di acqua, di medicine e di altri rifornimenti essenziali. Purtroppo, morire di fame è molto spesso la conseguenza della guerra, che non riesce a distinguere tra i soldati e la gente comune. Le strade di rifornimento umanitario e commerciale nella parte orientale della città sono interrotte dall’inizio di luglio. I rifornimenti di cibo e di medicine si stanno riducendo pericolosamente.
 
Nonostante questo, il Programma Alimentare Mondiale – con i nostri partner, molti di loro di ispirazione religiosa – ha fatto arrivare il cibo a più di 150.000 persone ad Aleppo orientale nelle ultime tre settimane e le distribuzioni sono in corso.
 
La Siria costituisce la crisi umanitaria più grande e più complessa del nostro tempo. Nei cinque anni dall’inizio del conflitto milioni di uomini, donne, e bambini sono stati dislocati dentro e fuori il paese. I sogni di un’intera generazione sono stati distrutti. 
 
I capi religiosi e le Nazioni Unite devono unirsi in preghiera e in azione per porre fine al terrificante spargimento di sangue ad Aleppo, e richiedere un accesso incondizionato, senza ostacoli e prolungato a tutte le persone bisognose in Siria, incluso quelle che si trovano in zone sotto assedio.
 
Nel giugno di quest’anno Papa Francesco si è rivolto alla Giunta Esecutiva Annuale del PAM a Roma. Le sue parole sono state ispiratrici: “Non lasciatevi vincere dalla fatica...né permettete che le difficoltà vi facciano desistere dall’urgente priorità della Fame Zero’’. 
 
Questa Preghiera per la Pace annuale può amplificare il suo messaggio tra i capi religiosi e oltre. La nostra speranza è che vi unirete tutti a noi nel richiamare ad agire per Porre Fine alla Fame.
 
A partire da questa occasione, il PAM spera che i capi religiosi accetteranno il nostro invito a formare un Consiglio Consultivo Interreligioso per la Fame Zero, che darà informazioni sulle sfide poste dalla fame e sulle azioni richieste per impegnare le comunità a trovare soluzioni su questo.
 
In questo sforzo cerchiamo e abbiamo bisogno del supporto di capi religiosi come voi. Abbiamo bisogno della vostra voce profetica, della vostra prospettiva globale, della vostra saggezza e discernimento. 
 
Sono qui per ascoltare, imparare e cercare il vostro consiglio, nella speranza che, insieme,  potremo strappare alla fame milioni di persone. 
 
Grazie.
 

#peaceispossible #setedipace
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