Storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio
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Santità, Magnifico Rettore, Autorità, Cari amici,
Sono molto lieto di portare un saluto e una testimonianza a questo conferimento della laurea honoris causa a Sua Santità il Patriarca ecumenico Bartolomeo I. Laurea in Relazioni Internazionali e Cooperaizione allo Sviluppo. Sono convinto che è un giusto riconoscimento di quanto Sua Santità ha fatto in 25 anni di servizio patriarcale per le relazioni tra i popoli.
La Chiesa di Costantinopoli in questi anni è divenuta un riferimento di pace per i popoli ortodossi nel delicato passaggio dalla guerra fredda all'età della globalizzazione segnata dai nazionalismi, ma anche un riferimento tra mondo occidentale e oriente e universo islamico. Il Patriarca Bartolomeo è stato un artigiano di pace, ma anche un costruttore di mutua comprensione con strumenti antichi, gli antichi strumenti del dialogo, dell'incontro, della visita, ed è divenuto così un attore di primo piano, immettendo fiducia nei rapporti tra le genti, un attore apprezzato dai governi europei, negli Stati Uniti, in Russia, nei Pesi mediterranei e altrove.
Il patriarca ha mostrato, senza mai essere un politico o un politicante, come si possa fare politica in senso alto, nella prospettiva della grande visione umanistica e critiana che è l'unità tra le genti.
Una politica attenta agli uomini, alle donne, agli umili. E gli umili ricordano anche etimologicamente il valore della terra. Se si vuole salvare il futuro dell'uomo bisogna salvare la terra, è il messaggio ecologico da lui diffuso negli anni del suo patriarcato, del suo ministero pastorale, del suo ministero al servizio della comprensione tra i popoli.
Vorrei aggiunere, Santità, oltre all'espressione affettuosa e personale di chi la conosce e la stima da più di 25 anni, anche un'altra osservazione, e la voglio fare nella mia qualità di Presidente della Società Dante Alighieri per la diffusione della lingua italiana nel mondo, che tanto ha casa proprio qui all'Università per Stranieri: il Patriarca parla correntemente la nostra lingua, ma non solo, è un testimonial della lingua e della cultura italiana. Non è solo un uso strumentale, perché nella sua visione l'Italia ha un ruolo importante, sia per la Chiesa di Roma, per i rapporti stretti e frequenti con il Papa, e qui l'ecumenismo come relazioni tra Chiese e popoli, ma l'Italia è importante anche per la realtà stessa del Paese, che il Patriarca conosce molto bene fin da giovane avendovi studiato e che continua a visitare con piacere, sempre accolto affettuosamente ovunque, come è stato ieri ad Assisi e oggi nella cattedrale di Perugia. Nella visione del Patriarca l'Italia è terra di mediazione tra oriente e occidente, ponte mediterraneo tra nord e sud.
Per questo vorrei anche dire al Patriarca grazie per l'affetto che ha per l'Italia, sia come autorità religiosa che come cittadino del mondo.
Mi congratulo con il Magnifico Rettore, con il Senato Accademico e con l'Università tutta per il conferimento di questa laurea, davvero una scelta appropriata che onora il Patriarca e anche la vostra istituzione.
Grazie.
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