La Comunità di Sant’Egidio - tra gli organizzatori del pellegrinaggio a Roma del “popolo dei gitani” - accoglie con gioia e impegno l’appello lanciato dal Papa durante l’udienza di questa mattina nell’aula Paolo VI: “E’ davvero giunto – come si augura Francesco – il momento di scrivere una nuova storia del popolo gitano, che dopo aver sofferto durante la seconda guerra mondiale la persecuzione nei campi di sterminio, è ancora oggi oggetto di razzismo e xenofobia. Come è accaduto per l’antisemitismo occorre bandire dalle nostre società l’antigitanismo, radicato in troppi ambienti, anche nel cuore dell’Europa”.
“L’esperienza ormai trentennale della nostra Comunità per la promozione umana e i diritti di questo popolo, in Italia e in Europa, dimostra quanto sia indispensabile offrire la scolarizzazione a tutti i minori sensibilizzando le famiglie e costruendo una rete con le istituzioni. Occorre inoltre favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e, più in generale, l’integrazione dei Rom, dei Sinti e degli altri gruppi gitani. In questo impegno, se la scuola è in primo piano, occorre al tempo stesso lavorare per migliorare le condizioni di vita delle famiglie, a partire dagli alloggi, che con la loro precarietà mettono ogni giorno a rischio la sopravvivenza e la salute di chi vi abita, proprio a partire dai minori: non ci sia più – nell’inverno ormai alle porte - un bambino che debba morire per il freddo o per l’incendio dell’abitazione in cui vive”. |