| 25 Juny 2010 |
William e S. Egidio colombe della pace nel Salvador violento |
Un ragazzo di 21 anni cerca di aiutare i giovani poveri li convince a non cedere alle bande. Ucciso un anno fa |
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Ieri il mio amico William Quijano, ha ricevuto un importante premio. Si tratta di un premio alla memoria, consegnato a Roma a sua madre, perché lui è stato ucciso dieci mesi in El Salvador, dalle "maras", bande giovanili che arruolano e iniziano alla violenza decine di migliaia di adolescenti poveri. Aveva 21 anni. Nel 1992 è stato firmato un importante accordo di pace con la ex guerriglia, ma il mio Paese ha continuato a conoscere una grande violenza nella vita quotidiana: nel 2005 si stimavano 50 omicidi ogni 100.000 abitanti. E circolano ancora tante armi, eredità pesante della guerra civile. A San Salvador le "maras" impongono la loro autorità a interi quartieri dei centri urbani.
Questa è la condizione anche di Apopa, il quartiere alla periferia della capitale in cui viveva William. La "mitra" propone, in modo perverso, un'identità che fa sentire sicuri, una solidarietà, e un mutuo appoggio fra i membri. Risponde alla voglia dei giovani di "contare" e di essere riconosciuti importanti, attraverso la violenza. A questo si aggiunge il fascino dell'uso di un'arma e il miraggio di facili guadagni. La. Comunità di S.Egidio nel Salvador ha cercato di di prevenire la violenza e trasformare la vita dei giovani. Molti di loro si impegnano gratuita mente in quella che noi chiamiamo la "Scuola della pace". Come dice Andrea Riccardi, che ha fondato la Comunità, 42 anni fa: "Nessuno è così povero da non poter aiutare un altro".
William lavorava nel quartiere di Apopa, amava la vita, e in modo amichevole attraeva tanti giovani e bambini alla "Scuola della pace", sapendo che è nella miseria che crescono i futuri capi delle "maras". Ha formato tanti bambini alla scuola dalla pace e la sua azione aveva interrotto la catena della violenza. Credo che questo più di ogni cosa dava fastidio a chi voleva che tutto rimanesse uguale. William ha vissuto l'amore per la pace fino al sangue. Ma il suo lavoro ha dato grandi frutti: molti di quei bambini oggi sono giovani che aiutano gli altri. Questa nuova identità positiva non è forse una risposta a quella voglia di contare che spinge tanti giovani a entrare nelle "maras"? Quando vedo i nostri giovani portare con orgoglio la maglietta di Sant'Egidio, con la colomba della pace, mi rendo conto che si tratta di un simbolo che unisce e risponde ad un bisogno di appartenenza. E sono convinto che questa esperienza possa diventare una proposta per migliaia di giovani nel mio paese e nell'America Latina. Se ci crediamo, in questo continente giovane possiamo davvero costruire un futuro di pace.
Jaime Aguilar
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