Una messa per ricordare i senzatetto che non ce l'hanno fatta. Una celebrazione per non dimenticare chi si è spento solo e nel silenzio, senza avere un tetto sopra la propria testa. Ieri mattina nella chiesa di Santa Caterina (in borgo Santa Caterina) è stata celebrata una messa - voluta dalla Comunità di Sant'Egidio - per ricordare i senza fissa dimora morti a Parma, a cui hanno partecipato numerosi senzatetto della città.
All'inizio della celebrazione sono stati distribuiti dei foglietti in cui era possibile scrivere il nome di una persona scomparsa per cui pregare durante la messa, celebrata da don Moise Biavogui Moriba.
Nel corso della liturgia - insieme ai tanti abitanti della strada che hanno perso la vita nel nostro Paese negli ultimi anni - sono stati ricordati Modesta e Gheorghe.
«Trentadue anni fa a Roma - hanno spiegato i rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio - l'ambulanza chiamata per soccorrere Modesta Valenti, 71 anni, si rifiutò di portarla in ospedale perché era sporca, con i pidocchi, e morì davanti alla stazione Termini dopo ore di agonia. Gheorghe invece è morto nella nostra città questo inverno, vittima della violenza che spesso accompagna chi vive in strada».
A Parma le persone che vivono in strada sono in aumento, soprattutto a causa della crisi. Luigi (nome di fantasia) ha sessantadue anni, è parmigiano e fino a quattro anni fa conduceva una vita normale. La crisi ha spazzato via il suo lavoro e i risparmi che aveva messo da parte. Giovanni (nome di fantasia) ha trent'anni e da quando la ditta per cui lavorava ha chiuso i battenti vive in strada. Fernando (nome di fantasia) ha cinquantanove anni e - dopo aver perso il lavoro - vive in un dormitorio in attesa di ricevere la propria pensione. «Sono stato dipendente per una ditta edile della zona per parecchio tempo - racconta Luigi -l'azienda negli anni scorsi è fallita. Mi sono ritrovato solo e senza un soldo in tasca».
La Caritas e i volontari della Comunità di Sant'Egidio rappresentano un'ancora di salvezza per queste persone. «I volontari di Sant'Egidio - dichiara un uomo - sono i miei angeli. Ci portano cibo, coperte e soprattutto ci ascoltano. Senza di loro sarebbe impossibile andare avanti».
Davanti all'altare sono state quindi accese le candele della memoria e della compassione, un gesto simbolico per sensibilizzare tutti a non dimenticarsi di chi vive sulla strada. «La Comunità di Sant'Egidio - hanno sottolineato gli organizzatori - ricorda ogni anno queste vittime invitando le istituzioni e tutta la popolazione a riservare una particolare attenzione nei confronti di chi vive sulla strada, promuovendo iniziative che possano proteggere la loro vita, soprattutto durante l'inverno».
La celebrazione di Santa Caterina in memoria di Modesta, di Gheorghe e di tutte le persone senza dimora che hanno perso la vita, è uno di tanti appuntamenti in programma in numerose città italiane ed europee dove è presente la Comunità di Sant'Egidio.