In Italia
I tossicodipendenti
I tossicodipendenti vivono con estrema difficoltà la reclusione, perché abituati in genere a vivere in maniera disordinata e senza ritmi precisi. Per queste persone, d'altra parte, a volte il carcere potrebbe paradossalmente rappresentare la possibilità di riprendere una vita con pasti regolari e un letto per dormire. Sono tra i detenuti più isolati, non di rado i legami con le famiglie sono recisi, o persi. Per questo motivo non ricevono pacchi con indumenti o viveri, e, spesso, non hanno soldi. Una parte di loro sono sieropositivi o malati di AIDS. Uno stato di affannosa incertezza e paura accompagna spesso l'alternarsi di periodi di reclusione e di libertà, molte volte vissuti in strada. L'estrema difficoltà di progettare un futuro "normale" nasce dalla consapevolezza di una oggettiva assenza di prospettive per la difficoltà a reperire posti di lavoro. La gran parte di questi detenuti ha alle spalle storie di grande deprivazione affettiva e culturale; si tratta di "ragazzi", cioè persone relativamente giovani, che spesso non hanno nemmeno conseguito il diploma di terza media. Alcuni di loro sono cresciuti per i primi anni di vita in carcere con le madri detenute o hanno fatto l'esperienza della reclusione già nel carcere minorile. Altri ancora sono cresciuti tra l'istituto e la strada.
...Adesso che sto per uscire mi chiedo spesso cosa farò fuori, dove andrò, cosa mi succederà ancora e se riuscirò mai a smettere; mi dò sempre delle risposte da solo e per lo più negative.
Ho una confusione in testa e una chiarezza da far paura!...
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