
Era la notte del 5 aprile 2009, quando l'Aquila e i paesi vicini furono colpiti dal terremoto. Sia in città che nella provincia sono ancora visibili i segni, le ferite causate dal sisma nel quale hanno perso la vita più di 300 persone. Sono pa ssati solo cinque anni, e il ricordo di quella notte è ancora vivo nella mente di tanti, come gli anziani dell'istituto di Fontecchio ai quali il terremoto ha portato via la casa.
La paura di quella notte, il dolore per le vittime, la perdita della casa, dai loro racconti però non emerge solo il dolore, ma anche la speranza, la fede che dà la forza per ricominciare a vivere. Il ricordo triste di quella notte e dei giorni seguenti trova consolazione nell'amicizia, nella preghiera, nella certezza di non essere soli. Lo sanno bene gli anziani di Fontecchio che proprio il 5 aprile hanno voluto ricordare le vittime del terremoto con una liturgia insieme agli amici della Comunità di Sant'Egidio.
La storia di amicizia di Sant'Egidio con gli anziani de L'Aquila è nata quasi trent'anni fa. Le visite, i momenti di preghiera, le feste insieme, e poi dopo il terremoto l'aiuto nelle tendopoli di Piazza d’Armi e dei campi dei paesi vicini. Bazzano, Barisciano, Onna, San Demetrio, Paganica e Fontecchio sono divenuti luoghi familiari dove in tanti hanno lavorato e pregato insieme, per sostenere e incoraggiare le persone sopravvissute al terremoto, con particolare attenzione agli anziani e ai disabili.
La liturgia del 5 aprile, come i vari incontri di preghiera e le visite, oltre a essere spazi della memoria, divengono quindi l'occasione per guardare insieme al futuro con speranza. |