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9 September 2014 09:30 | Auditorium Elzenveld

La Preghiera: il pane delle nostre anime


Ioan


Orthodox Archbishop, Romanian Patriarchate

La Preghiera è un lavoro spirituale. E’ espressione di quello che siamo e di quello che dobbiamo essere per avvicinarci a Dio e per essere in comunione con lui.

La Preghiera e le opere buone sono le due ali con le quali l’uomo si innalza verso il Cielo.

Assetato, lungo le strade di questa vita, l’uomo si ferma alla fontana della preghiera e da lì, dal profondo, si disseta con la rugiada della grazia divina.

Nel lavoro della preghiera dobbiamo fare una distinzione tra „l'atto della preghiera ” e „la fede che la preghiera venga accolta”.

Attraverso la preghiera l’uomo esce dalla confusione della vita quotidiana dove, spesso, è sconfitto o si trova imprigionato.

Nella società contemporanea accadono ogni giorno molti avvenimenti   che non sono sempre positivi.

La società si trova in una continua evoluzione, ma in essa si manifestano gli effetti di una involuzione, soprattutto dal punto di vista morale.      

Il totalitarismo, diverse forme di dittatura e, più recentemente la tecnocrazia dominano l’uomo e in molti casi lo rendono schiavo delle sue stesse creazioni.

Oggi, la tecnocrazia riduce l’uomo ad un numero tra la moltitudine di coloro che vivono sulla terra. Lo svaluta e lo riduce alla misura di un atomo. Lo spersonalizza e lo getta in un mondo esclusivamente materiale, dove la fede, la speranza e l’amore non sono più considerati valori divini.

Da questo mondo atomizzato si può uscire con la preghiera, che è la scala verso il cielo, verso il nostro Creatore, cioè verso l’Amore perfetto.

Uscendo da se stesso l’uomo scopre se stesso e così vede il ruolo e lo scopo per il quale è stato creato da Dio e cosa significa essere partecipe di una santa comunione, dell’amore perfetto con Dio.

La Preghiera non è un semplice lavoro dell’uomo o un’opera specifica dei monaci, nè una pratica occasionale, ma è un lavoro incessante ed esistenziale della vita dell’uomo.     

L’uomo non prega solo con la lingua o con le labbra, ma prega con il suo intero essere.

In questo modo i frutti della preghiera si riversano sopra la sua intera esistenza e sul mondo intero creato da Dio, il mondo che ora è  influenzato negativamente dai nostri peccati. 

L’uomo, peccando, ha iniziato a desertificare la creazione di Dio.

In questo deserto contemporaneo della nostra società c’è bisogno più che mai della rugiada dello Spirito Santo che si riversa sulla terra per le preghiere dell’uomo bagnate dalle lacrime.

La Preghiera è un immenso spazio spirituale, dove, nello stesso spirito, tutti  gli uomini sono chiamati a glorificare Dio, il nostro Creatore.      Uniti nella preghiera tutti formiamo il Corpo mistico di Cristo.      

La comunione che si realizza attraverso la preghiera fa sì che scompaiano le frontiere definite nel tempo tra le diverse comunità umane. Essa conduce tutti gli uomini nello stesso spazio sacro.

La Preghiera anche se fatta in modo particolare, comprende il mondo intero e così ha una dimensione cosmica.

Con la preghiera viaggiamo tra la terra e il Cielo, non viaggiamo verso l’ignoto, ma cerchiamo Dio, ed anche Lui ci cerca. L’incontro con Dio si realizza in quello spazio spirituale nel quale affluisce l’amore del Padre nel cuore del figlio che ha sperperato tutto.

Dio cerca l’uomo in tutto l’immenso spazio siderale.

Attraverso la preghiera noi cerchiamo coloro che sono malati nel letto della loro sofferenza, cerchiamo coloro che sono sprofondati nella povertà e esclusi dalla società umana, cerchiamo noi stessi che spesso, ci perdiamo nel mondo oggi sempre più atomizzato.

Alla luce della candela della preghiera, scopriamo la meravigliosa creazione di Dio e anche la corona della sua creazione – l’uomo.

Prima di incontrarti con Dio, devi trovare il tuo simile che è nella sofferenza e nella dura prova.

Attraverso la preghiera ci muoviamo tra due mondi: il mondo delle lacrime e della sofferenza e il mondo della gioia perfetta in Dio.      

La preghiera è quella condizione in cui l’uomo entra in comunione con Dio e con tutti coloro i quali, alzando le mani al cielo, con le lacrime  chiedono il perdono e la misericordia di Dio.

Il Monaco prega da solo. Non prega solo per se stesso, ma per il mondo intero. Il suo dono per il mondo è la preghiera. Il monaco non dà il pane alla gente, ma dà la preghiera della quale c’è tanto bisogno oggi nel mondo.      L’anima dell’uomo si nutre con la preghiera così come il corpo si nutre del pane.

La preghiera è la nostra mano tesa verso Dio e verso i nostri simili.  Essa è la barca nella quale possiamo porre coloro che sono feriti dal peccato, oppure coloro che vivono ai margini del mondo.

La preghiera, essa stessa, fà che la terra produca il pane.

Si riconoscono oggi alti titoli universitari di teologia; è una cosa buona, tuttavia il vero teologo è colui il quale ha acquisito la preghiera.

La stessa parola „teologo” ci mostra chiaramente lo stretto legame tra la parola e Dio, tra l’uomo e Dio.

Preghiamo nell’intimità della nostra casa, che ad un primo sguardo, potrebbe sembrare un isolarsi dal mondo. Invece, colui che prega anche solo, nella sua preghiera include il mondo intero.

La preghiera non deve essere toccata dalle ali dell’egoismo, ma dalle ali dell’amore perfetto per tutti i nostri simili. 

Tutti quelli che pregano sono alzati verso il cielo così come il Santo Apostolo Paolo è stato alzato fino al terzo cielo. (cf. II Cor. 12, 2).

Con la preghiera il cielo scende sulla terra così come l’uomo prega verso il Cielo.

Quanti tra di noi salgono in questo Cielo della preghiera?!Quanti tra di noi portano con sè il dolore del prossimo in questo Cielo della preghiera, pregando Dio di alleviare quel dolore?!

Nel Cielo della preghiera, l’uomo unisce le sue invocazioni a quelle degli angeli che incessantemente rendono gloria a Dio. Gli angeli desidererebbero essere sempre in comunione con l’uomo, cioè che il Cielo e la terra risuonino incessantemente delle preghiere e della gloria di Dio Gli angeli e gli uomini sono chiamati insieme a condividere il calice dell’amore di Dio.

Oggi viviamo molto di più nel paese del peccato piuttosto che nel paese della preghiera.

Attraverso Mosè, Dio ha tratto fuori  il suo popolo –Israele- dall’Egitto, ma con Cristo, che è passato attraverso il Getsemani, Dio ci ha liberato dalle tenebre del peccato di questo mondo.

Cristo ha pregato nel Getsemani ed ha insegnato anche a noi a pregare. 

Ci ha lasciato la preghiera come una sorgente inesauribile nella quale possiamo spegnere la sete e lasciare che tutto quello che desideriamo si incontri con Dio.

Cristo, nella preghiera del „Padre Nostro” , ci mostra la dimensione cosmica della preghiera e allontana qualsiasi ombra di egoismo quando preghiamo. Colui che prega entra in comunione con gli angeli e con tutti gli uomini che desiderano la pace sulla terra.    Quanto è felice l’uomo che prega insieme agli angeli!    

Rispetto a quanto dobbiamo pregare, l’Apostolo Paolo ci dice: „ Pregate incessantemente”      (I Tes. 5,17). Pregando, l’uomo guadagna la grazie di Dio per se stesso e per tutti coloro per i quali prega.

Pregando, Sant’Elia ha fatto scendere il fuoco dal cielo e la pioggia benedetta sulla terra.

Un aspetto della preghiera riguarda le carenze del corpo dell’uomo e di coloro che gli sono vicino. 

Preghiamo per i nostri simili, ma preghiamo anche per il filo d’erba e per il grano, così la preghiera diviene universale e traspare in essa l’amore che Dio ha per tutto ciò che ha creato.

Come pregare, ce lo insegna la Santa Scrittura. Così Davide, nel Libro dei Salmi, dice: „Le mie mani alzate come sacrificio della sera” (Salmo 140,2), e l’Apostolo Paolo nella lettera a Timoteo dice: „ Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo le mani pure, senza collera e senza polemiche.”  (I Tim. 2, 8). 

Qui anche il corpo dell’uomo partecipa alla preghiera e così l’intera esistenza dell’uomo entra in relazione con Dio. Così si realizza il culto del corpo che si fa tempio dello Spirito Santo. (cf. I Cor. 6, 19).

La mente dell’uomo rappresenta l’espressione più alta dell’anima e del suo stato interiore. 

La mente dell’uomo si alza fino al Cielo e porta con sè la sofferenza e i drammi e li pone nel calice dell’amore di Dio.  

La mente è la forza dello spirito dell’uomo.Il suo lavoro fondamentale è la comprensione, la parola, il pensiero logico.

La preghiera è l’espressione molteplice della vita dell’uomo, è il conversare della mente con Dio, è l’ascesa della mente verso Dio.

E Cristo è il Pane della vita, la preghiera è il pane dell’anima.

Come quantifichiamo noi la preghiera a Dio?! Lo glorifichiamo, lo lodiamo, lo ringraziamo e domandiamo a Dio. Sembra che siamo tentati di  meno a chiedere di quanto lo lodiamo e lo ringraziamo. Preghiamo il Signore che ci insegni a chiedere, perchè Cristo ci dice:”Voi non sapete quello che chiedete” (Mc.10,38).

Oggi siamo a cento anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale. Qual’è stata la preghiera in quel tempo?! „ Signore aiutaci a vincere i nostri nemici!” Questa preghiera è risuonata allora in tutti i luoghi di culto come anche nelle trincee.

Nessuno ha detto: „ Signore, aiutaci ad amare i nostri nemici !”. Abbiamo pregato per uccidere, non abbiamo pregato per amare.

Nella preghiera del „Padre Nostro”, una preghiera della vita e della pace, diciamo: „Il pane nostro quotidiano” cioè la salvezza per la vita.

Dopo la Resurrezione, le prime parole che Cristo ha detto ai suoi sono state: „Pace a voi” (Gv 20, 19). La pace è il terreno dove Cristo semina la sua parola, il suo amore. L’amore di Dio non può  portare frutto, non può crescere se non nel terreno della pace. Tutto quello che ha creato gli porta riconoscenza  e lode. Può essere l’uomo il meno riconoscente ?      

I fiori, quando muoiono non piangono, pur vivendo così poco.

L’uomo piange prima di morire, perchè desidererebbe vivere di più, qui, sulla terra, ma non in pace, ma nel peccato. L’uomo piange il suo distacco dal peccato.      Mandiamo i figli al fronte e preghiamo Dio che li aiuti ad uccidere. Così sappiamo chiedere: è questo che  desidera Dio?! Che i nostri figli possano avere il volto di Caino?!

Quanti incontri per la pacificazione di un conflitto tra le parti belligeranti iniziano con una preghiera? Cominciano piuttosto con il calcolo di quante armi sono da una parte e quante dall’altra. 

Gli uomini della mia famiglia, coinvolti nella Prima Guerra Mondiale, mi hanno raccontato come, in alcune feste – il Natale e la Pasqua – i soldati da una parte e l’altra del fronte decidevano loro stessi uno spazio di tregua, nel nome di Cristo, e in quei giorni non sparavano gli uni contro gli altri. Allora scendeva Cristo nelle trincee e nessuno osava più sparare nel nome di Cristo.

Perchè abbiamo disobbedito a Dio che ci ha creato per vivere una festa eterna con Lui?! Perchè non ascoltiamo le parole divine di Cristo e molto di più vogliamo ascoltare la voce delle armi e della morte?! 

Così, tra la vita e la morte, l’uomo sceglie la morte, tra l’amore e l’odio sceglie l’odio. Quale Dio serviamo, a quale Dio ci inchiniamo: il Dio della morte o il Dio della vita?!   

Quando finalmente avverrà il risveglio di questo mondo e dell’uomo, dal momento che la barca di questo mondo è oggi scossa da grandi onde!? Mai, infatti, nella storia,  la barca dell’umanità è stata in una situazione di pericolo così grande come nei giorni nostri.

Oggi molti uomini muoiono, non al fronte, ma nel grembo materno. Assistiamo ad una vera crociata contro i bambini.   

Esistono nel mondo uomini di tutte le religioni che desiderano la pace e amano la vita.

Uniamoci in una stessa voce e preghiamo il nostro Creatore  di riversare nei cuori degli uomini e di coloro che conducono i popoli, il dono della pace e dell’amore  e di porre sulle loro labbra  la parola „pace”.

Due cose sono in pericolo oggi sulla terra: la vita e la pace.

Rivolgiamo insieme una preghiera a Dio per la pace nel mondo intero perchè si spengano tutte le guerre che fanno oggi tanti orfani, perchè un fiume Giordano di lacrime e sangue corre oggi sulla terra.

 


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