La Settimana | 11 September 2015 |
Emergenze |
Non chiudere le porte e lavorare per la pace |
La Comunità di Sant'Egidio e i leader religiosi mondiali chiedono di fermare le guerre, causa di disperazione e morte |
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"La vera emergenza sono le guerre non i profughi". Lo ricorda la Comunità di Sant'Egidio che, in occasione dell'Incontro internazionale "La pace è sempre possibile" in programma a Tirana dal 6 all'8 settembre, chiede alle istituzioni di imporre almeno una "tregua umanitaria".
"Assistiamo ormai da anni - osserva la Comunità - a guerre che nessuno sembra avere la forza o la volontà di fermare, come quella che si combatte in Siria, e che generano ogni giorno nuove vittime, alimentano la disperazione delle popolazioni civili e mettono in contrapposizione etnie e confessioni religiose, fino a poco tempo fa inserite in un quadro di coabitazione". Ecco perché da Tirana i leader delle Chiese e delle religioni mondiali lanciano "un forte appello affinché si realizzino immediate tregue umanitarie e venga avviato con urgenza il complesso, ma al tempo stesso indispensabile, lavoro di costruzione della pace".
Sono interpellate "tutte le istituzioni internazionali, ma in particolare l'Europa che si trova di fronte ad un bivio: chiudere le sue porte e invecchiare tristemente oppure accettare le nuove sfide di fronte a cui si trova, come quelle della pace, dell'accogienza e dell'integrazione". Non è un caso che per l'incontro, che si tiene ogni anno in una capitale europea diversa, la scelta sia caduta sull'Albania: il Paese infatti rappresenta di fatto "un modello di coabitazione tra le religioni e le culture".
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