Cattolici, copti e musulmani stretti uno accanto all'altro nel dare l'ultimo saluto a 17 migranti - 12 donne, tre uomini e due bambine - morti nel loro viaggio della speranza dall'Africa in Europa. È l'abbraccio che ieri Catania ha voluto dare a eritrei, siriani e nigeriani annegati in occasione dell'ultimo naufragio nel Canale di Sicilia del 12 maggio scorso. I superstiti furono 206; una piccola parte dei quasi 40mila migranti sbarcati sulle coste italiane nei primi cinque mesi del 2014, secondo i dati diffusi dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Le 17 vittime riposeranno adesso, per decisione dell'amministrazione comunale, nel cimitero di Catania, dove un monumento creato dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti ricorderà la tragedia.
A celebrare il rito funebre multireligioso, nel cortile del Palazzo della Cultura sono stati l'arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, il presidente della comunità islamica di Sicilia ed Imam di Catania Keith Abdelhafid e alcuni sacerdoti di rito ortodosso cattolico eritreo. Presenti anche rappresentanti della Caritas e Felix, un ragazzo di 19 anni originario del Mali ospite del Cara di Mineo arrivato in Italia un anno fa e ora divenuto uno dei «Giovani per la pace» della Comunità di Sant'Egidio.