La Bibbia |
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Dal secondo libro dei Maccabei 7, 1-42 1 20La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perch� vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. 21Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22"Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, n� io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. 23Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituir� di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi". 24Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il pi� giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l'avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche. 25Ma poich� il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. 26Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accett� di persuadere il figlio; 27chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: "Figlio, abbi piet� di me che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa et� e ti ho dato il nutrimento. 28Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi � in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale � anche l'origine del genere umano. 29Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perch� io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia". 30Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: "Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che � stata data ai nostri padri per mezzo di Mos�. 31Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. 32Per i nostri peccati noi soffriamo. 33Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per breve tempo con noi, presto si volger� di nuovo verso i suoi servi. 34Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il pi� empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo; 35perch� non sei ancora al sicuro dal giudizio dell'onnipotente Dio che tutto vede. 36Gia ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l'eredit� della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. 37Anche io, come gia i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo � Dio; 38con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l'ira dell'Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe". 39Il re, divenuto furibondo, si sfog� su costui pi� cudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 40Cos� anche costui pass� all'altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. 41Ultima dopo i figli, anche la madre incontr� la morte. 42Ma ora basti quanto s'� esposto circa i pasti sacrificali e le incredibili crudelt�.
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